Anche Crowdcube lancia il proprio mercato secondario per le PMI non quotate

La piattaforma di equity crowdfunding UK leader in Europa, ha annunciato il lancio di Direct Community Offer, un mercato secondario per le startup in fase “growth”

 

Crowdcube lancia mercato secondario equity crowdfunding

 

Crowdcube, la maggiore piattaforma di equity crowdfunding nel Regno Unito per volumi, attiva anche nell’Europa continentale, ha annunciato una piattaforma di mercato secondario denominata Direct Community Offer (DCO).

Secondo Crowdcube, la piattaforma cerca di “premiare i primi investitori con l’opportunità di vendere alcune azioni, con l’ulteriore vantaggio di poter dare alla tua comunità, e alla nostra, la possibilità di acquistare una partecipazione in un’attività in cui credono.”

In un post sul suo blog, Crowdcube spiega: “Il prodotto sarà aperto alle aziende europee in fase avanzata di vita che sono alla ricerca di modi alternativi per creare liquidità. Affronta una tendenza chiave delle aziende che, come Slack e Spotify, si stanno spostando dalle quotazioni IPO alle quotazioni dirette. Il DCO collega tre gruppi di stakeholder: imprenditori che desiderano offrire alle loro comunità una partecipazione nella loro attività, nuovi investitori tramite Crowdcube e gli attuali azionisti del business che vogliono cogliere l’opportunità di vendere azioni“.

Sembra che la piattaforma secondaria non sarà limitata agli emittenti che hanno raccolto capitali sulla piattaforma Crowdcube, creando così un verticale completamente nuovo per il Fintech.

Crowdcube osserva che i crescenti oneri e costi di gestione delle quotazioni costringono le aziende a rimanere private il più a lungo possibile. Crowdcube sta ora fornendo un percorso per collegare l’offerta con la domanda di titoli che non hanno completato un’IPO tradizionale.

Crowdcube utilizzerà la sua esperienza nelle campagne per aiutare nella funzione di market making, guidando al contempo l’ingaggio generale della comunità. “Stiamo applicando l’esperienza e le competenze che abbiamo sviluppato finanziando il 90% delle più popolari raccolte primarie di equity crowdfunding in Europa applicandole alle secondarie“, afferma Crowdcube.

Il DCO è descritto come un servizio su misura, accessibile solo alle aziende che soddisfano una serie di criteri rigorosi, che non ci risultano meglio specificati, ma che desumiamo terranno conto della fase di vita dell’azienda, del suo fatturato e dell’ampiezza della sua base di soci-investitori.

Già da molto tempo Crowdcube aveva esplicitato il proprio interesse nella creazione di un mercato secondario, senza trovare evidentemente la formula soddisfacente. Cosa che invece ha fatto il concorrente Seedrs con una piattaforma di scambio di titoli efficace, ancorché limitata, comunque evoluta e cresciuta nel tempo.

L’illiquidità degli investimenti è considerato da molti un ostacolo per il settore dell’equity crowdfunding e in Italia, il nuovo regolamento approvato da Consob alla fine del 2019, ha aperto qualche timido spiraglio, così come sembra aprirlo il nuovo regolamento europeo, tuttora in fase di approvazione.

Secondo il suo ultimo rapporto trimestrale, Crowdcube nel secondo trimestre ha generato un fatturato netto di 1,2 milioni di sterline, in calo del 37% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Nello stesso arco di tempo, peraltro, sono state finanziate 59 aziende, con un aumento del 9% rispetto al primo trimestre e del 16% rispetto allo stesso periodo del 2019.

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