Dopo più di due anni è stato approvato il nuovo regolamento USA sull’equity crowfunding che lo estende agli investitori retail. E’ il presupposto per un ulteriore dirompente crescita
La SEC (Securities and Exchange Commission, la Consob USA) ha finalmente emanato il regolamento in applicazione di una legge del 2012, il JOBS Act, aprendo così la porta dell’equity crowdfunding anche agli investitori retail, cioè a tutti. A partire da metà 2016, le aziende saranno in grado di offrire agli investitori un pezzo della propria azienda per vendere legalmente azioni on-line a chiunque.
In USA è una rivoluzione. Per i piccoli investitori, si tratta infatti della possibilità di investire in anticipo sul prossimo Twitter, Instagram o Uber, cosa che, fino ad ora, era possibile solo ai cosiddetti “investitori accreditati”, persone cioè che potevano dimostrare di superare una certa soglia di ricchezza.
Visto dall’Italia, il cui regolamento emanato nel 2013 già lo permette, non sembra un grande passo. Ma negli USA, il successo dell’equity crowdfunding è stato tale, nonostante i limiti regolamentari, che il loro superamento appare sia come un atto di giustizia verso i piccoli investitori, che un’enorme possibilità di ampliare ulteriormente i fondi a disposizione delle startup.
Il commissario Aguilar, infatti, ha ricordato che “negli USA le piccole imprese creano due posti di lavoro su tre. Oggi la SEC ha livellato il campo di gioco per le piccole imprese così da consentire loro di raccogliere capitale da una più ampia base di investitori per continuare a crescere, creare posti di lavoro e stimolare l’economia”.
Non mancano tuttavia le voci critiche. Alcuni avvertono anche che l’equity crowdfunding si presta alle frodi. Mercer Bullard, professore di diritto presso l’Università del Mississippi, ha dichiarato a Yahoo Finance: “Le nuove regole della SEC non impediranno le convenzionali truffe on-line. Si possono sottrarre soldi a qualcuno facendo finta di fare un’offerta di titoli”.
D’altra parte, il regolamento del Title III appena approvato ha un occhio di riguardo per la tutela degli investitori. Le offerte di titoli in crowdfunding infatti possono essere effettuate solo attraverso imprese di intermediazione o portali Internet di equity crowdfunding che siano registrati presso la stessa SEC. I portali saranno tenuti a fornire agli investitori documenti che spiegano il processo, i limiti di investimento e le restrizioni alla rivendita. Per ridurre i rischi di frode, inoltre, i portali hanno il compito di vagliare le aziende e gli investitori potenziali.
Il presidente della SEC Mary Jo White ha detto prima del voto che il personale dell’agenzia “inizierà subito a tenere un occhio vigile su come questo mercato si sviluppa“. La SEC valuterà quali tipi di aziende usano le nuove offerte di crowdfunding, quanto strettamente seguono le regole e se la nuova pratica promuove la raccolta di capitali proteggendo al tempo stesso gli investitori.
I fattori chiave sono la qualità dei portali di equity crowdfunding e la misura in cui essi sono in grado di controllare i requisiti degli investitori. Secondo le nuove regole, infatti, le persone con reddito annuale o patrimonio netto inferiore a $100.000 potranno investire, per ciascuna offerta, fino al 5% del loro reddito annuale o patrimonio netto, o, comunque, fino a un massimo di $2.000. Chi ha redditi superiori può invece investire fino al 10%. Un individuo, a meno che non sia un investitore accreditato, non può tuttavia investire in totale più di $100.000 in tutte le offerte crowdfunding nell’arco di 12 mesi. Gli investitori, inoltre, per un anno non potranno rivendere i loro titoli acquistati in crowdfunding. In base alle norme in corso fino ad ora, invece, solo gli “investitori accreditati”, che soddisfano cioè determinate soglie di ricchezza, potevano finanziare start-up. Per essere considerato “accreditato”, un individuo deve avere un patrimonio netto di $1 milione, escludendo il valore della prima casa, o aver guadagnato almeno $200.000 in ciascuno degli ultimi due anni.
Per quanto riguarda le società, sarà loro consentito raccogliere un massimo di $1 milione all’anno da singoli investitori senza registrarsi presso la SEC (che può costare decine di migliaia di dollari). Le aziende inoltre, dovranno fornire informazioni agli investitori sul proprio business plan e su come intendono utilizzare i soldi che raccolgono, nonché un elenco dei loro manager e dirigenti e dei soci che possiedono almeno il 20% della società.