Il decreto legge “manovrina” approvato ieri del governo estende anche alle PMI Srl la possibilità di accedere all’equity crowdfunding. Grazie ad AIEC, Crowd Advisors e a tutti gli “stakeholder”
Ce l’abbiamo fatta!
Ieri il governo ha approvato il decreto legge soprannominato “manovrina” che nell’articolo 59 comma 1 deroga di fatto i commi 1, 2 e 3 dell’articolo 2468 del codice civile consentendo a tutte le PMI e non solo alle startup innovative, la possibilità di offrire quote al pubblico e di attribuire alle quote diritti diversi. Inoltre, consente anche, a tutte le PMI, di offrire quote di partecipazione (“stock option”) a dipendenti, collaboratori e prestatori d’opera e di servizi.
Si tratta di un passo avanti definitivo nella diffusione dell’equity crowdfunding in Italia, in quanto, finalmente, tutto il meglio dell’imprenditorialità italiana potrà accedere ad una forma alternativa di finanziamento privato. Dall’altra parte, è anche una grande opportunità per chi investe i propri risparmi che, quindi, potranno essere devoluti anche a imprese italiane non necessariamente “innovative” in senso tecnologico, ma sicuramente di eccellenza. Imprese che operano in settori quali per esempio il turismo, il design, la moda, la ristrutturazione immobiliare, la preservazione e messa a reddito dei beni culturali, la ristorazione e la produzione alimentare, potranno raccogliere presso il pubblico i fondi necessario il proprio sviluppo in Italia e all’estero.
La notizia, diffusa da A.I.E.C. (l’associazione equity crowdfunding) e da BeBeez.it, ci rende particolarmente orgogliosi: Crowdfunding Buzz, come ben sanno i nostri lettori, ha seguito e appoggiato costantemente questa istanza, ed io personalmente ho collaborato con Alessandro Lerro, presidente di AIEC, per individuare i canali che la potessero recepire e sostenerne le ragioni. Uno speciale ringraziamento va fatto anche a Fabrizio Barini di Intermonte e al Presidente della Commissione finanze della Camera, Maurizio Bernardo, che da sempre hanno fattivamente sostenuto l’equity crowdfunding e l’opportunità del suo allargamento a tutte le PMI italiane.
Ecco le parole di Lerro riportate sul sito di AIEC: “L’intervento normativo costituisce il coronamento degli sforzi che abbiamo profuso con l’Associazione Equity Crowdfunding e con Fabio Allegreni di Crowd Advisors per estendere l’uso di questo strumento a tutte le PMI, a prescindere dai profili di innovatività. Questi saranno premiali per gli investitori, attribuendo loro vantaggi fiscali anche a fronte dei maggiori rischi che caratterizzano l’innovazione. In aggiunta, sarà possibile per tutti investire on-line anche in imprese tradizionali, più stabili e meno rischiose; penso al settore immobiliare, al food, al fashion, all’energia, che sono da anni pilastri della nostra economia. Peraltro, nel secondo caso gli incentivi non vengono meno del tutto poiché si potrà comunque inserire l’investimento in un PIR”.
Dobbiamo ricordare, peraltro, che questa estensione lascia comunque inalterate alcune prerogative di startup e PMI innovative, tra le quali:
- la detrazione dalle imposte del 30% dell’investimento
- l’esenzione fiscale per il “work for equity” (solo per le startup)
- l’accesso ai fondi di garanzia
La revisione in del primo punto, in particolare, crediamo dovrà essere il prossimo obiettivo da perseguire. Perchè, per esempio, non incentivare i finanziamenti alle imprese che operano nei settori per cui l’Italia è famosa nel mondo, food, design, beni culturali e turismo?