In un articolo sul sito americano Entrepreneur, Sam Hogg, venture partner di Open Prairie Ventures, fondo di venutre capital basato nel Midwest, sostiene che Reward Crowdfunding e Venture Capital siano mondi assolutamente compatibili, e, se ben gestiti, estremamente sinergici.
Successi come quello di Coolest Cooler (di cui abbiamo scritto recentemente), che ha raccolto più di $13 milioni su Kickstarter, hanno generato l’impressione, in alcuni operatori e imprenditori, che le forme più tradizionali di investimento siano oramai superate dal fenomeno crowdfunding.
In realtà, sostiene Hogg, il crowdfunding non potrà mai sostituire pianamente i VC, primo perché non tutti i prodotti possono essere efficacemente presentati in un video di 5 minuti (es.: una fibra di carbonio di nuova generazione…). Inoltre, non tutti i prodotti possono essere creati per valori di investimento il cui livello di rischio sia sostenibile dall’investitore medio (es. la nuova automobile Tesla). Infine, non tutti i prodotti possono essere portati sul mercato con target di investimento inferiore a $10 milioni.
In più, aggiunge Hogg, non si può pensare che il venture capital sia irrilevante per finanziare i nuovi consumer gadget del futuro o, cosa ancora più importante, che non possa lavorare in congiunzione con il crowdfunding. Nei fatti, accade sempre di più che startup sostenute dai VC scelgano di lanciare prodotti su Kickstarter o Indiegogo. Campagne di successo, infatti, forniscono validazione e connessioni, e sono un modo a basso costo di lanciare un nuovo prodotto. E’ quanto è successo per esempio con Misfit Wearables (su Indiegogo), già finanziata da Vc per $7.5 milioni, e Julep (cosmetici) già finanziati per ben $25 milioni.
Hogg riporta che secondo CB Insights, venture capital database, quasi il 10% dei progetti finanziati con il corwdfunding per valori superiori a $100,000 ottengono in qualche modo fondi dai VC al termine della campagna, che hanno investito complessivamente nel 2014 oltre $300 milioni in questo tipo di iniziative.
In conclusione, nell’incontro tra i VC e il crowdfunding, può emergere una certa preoccupazione che le iniziative sostenute dai VC possano diluire la “peculiarità” creativa del crowdfunding. Peraltro, coloro che promuovono una campagna di crowdfunding avendo già alle spalle il supporto finanziario dei VC, dovrebbero evidenziarlo bene e profilare di conseguenza la propria offerta al pubblico come una scommessa meno rischiosa da finanziare. D’altro canto, i VC dovrebbero smettere di fingere che il crowdfunding sia per dilettanti e sposare la sua capacità di ridurre il rischio nella ricerca del prossimo grande investimento.