Il 3° Quaderno sulla Finanza Alternativa, presentato in occasione del secondo Alt-Finance Day, rileva la crescita di equity e lending crowdfunding, mentre il canale alternativo più gettonato è stato l’invoice trading
Solo nell’ultimo anno, da luglio 2019 a giugno 2020, in Italia le risorse che la finanza alternativa al credito bancario ha veicolato verso le pmi sono state di 2,67 miliardi di euro contro i 2,56 miliardi del periodo precedente, con una crescita anno su anno pari al 4%. Lo rileva il terzo Quaderno di ricerca sulla Finanza alternativa per le pmi in Italia, redatto dagli Osservatori Entrepreneurship Finance&Innovation della School of Management del Politecnico di Milano. Lo studio è stato presentato il 23 novembre scorso dal prof. Giancarlo Giudici in occasione del secondo Alt-Finance Day, organizzato in diretta streaming insieme a Innexta, Unioncamere Nazionale e alla Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi.
Rispetto alle altre forme di finanza alternativa, è stabile il reward crowdfunding con una bassa quota di finanziamenti alle pmi (1,2 milioni l’anno). In salita la raccolta di equity crowdfunding (76,6 milioni, +56%), trainato dal real estate equity crowdfunding, da operazioni consistenti (si pensi a Fin-Novia, che ha raccolto 7,6 milioni di euro per investire in e-Novia) e dall’incremento della detrazione per chi investe in startup e PMI innovative tramite equity crowdfunding.
Lo studio del Politecnico ha rilevato anche un boom del social/P2P lending: +113%, con 179,6 milioni raccolti, grazie a nuovi portali aperti e alla crescita del finanziamento di progetti immobiliari. Non vi è stata nessuna operazione delle PMI con ICOs, token offerings e criptoasset, penalizzati dall’incertezza regolamentare: siamo in attesa di novità da una consultazione Consob sulla definizione delle criptoattività e la regolamentazione delle offerte.
Il canale alternativo al credito bancario più gettonato è stato l’invoice trading, che ha mobilitato per le PMI fino al 30 giugno 2020 quasi 3 miliardi di euro, di cui 1,157 miliardi negli ultimi 12 mesi considerati (+23% rispetto all’anno prima, quando il flusso era stato di 939,3 milioni). Un aumento figlio dell’aumento delle piattaforme attive; del processo di integrazione tecnologica fra le piattaforme e i sistemi ERP delle imprese; del flusso delle richieste da parte delle PMI, sia per la percezione di un maggiore rischio di insolvenza dei debitori, sia per la necessità di liquidità immediata dovuta alle conseguenze economiche del coronavirus.
Sempre per quanto concerne il private debt, continuano a crescere i minibond, con 348 emissioni da parte di pmi non finanziarie, per un controvalore di 331 milioni (in salita dai 281 milioni del periodo precedente). I prestiti obbligazionari sono stati trainato dal collocamento di minibond da parte dei portali di crowdfunding (21 emissioni con 14,5 milioni raccolti) e dai basket bond: basti pensare che la prima regione è stata la Campania nel primo semestre 2020 grazie al Garanzia Campania Bond, battendo la Lombardia da sempre leader in questo ambito.
I dati Preqin e Deloitte rilevano che il direct lending si è messo in “pausa di riflessione” nel primo semestre 2020 a livello europeo. In Italia il mercato è in crescita, con un aumento di operazioni e operatori, anche se sono difficilmente individuabili, perché non sempre comunicate e non sempre sono lasciate delle tracce nel Registro delle Imprese. Lo studio del Politecnico di Milano ha ripreso i dati di BeBeez Private Data, che ha censito 25 operazioni, per una raccolta totale di 22 milioni di euro negli ultimi 12 mesi.
Antonio Chicca, Partner executive board member di Epic sim, ha ricordato che un’altra fonte di finanza alternativa per le pmi sono le CLOs (Collateralized Loans Obbligations), ossia le cartolarizzazioni di finanziamenti assistiti da garanzie pubbliche, come quelle del MCC (Mediocredito Centrale). Epic sta per lanciare un’operazione di questo tipo, di importo fino a 100 milioni. I CLOs permettono: velocità di erogazione del finanziamento alle pmi; finanziamento di imprese normalmente escluse dal sistema bancario; ottimizzazione dei tassi grazie alla garanzia, per cui un minore costo per imprese; alta flessibilità della struttura.
I dati su private equity e venture capital, di fonte Aifi, segnalano un calo di operazioni e raccolta in segmento early stage, con 238 milioni raccolti. In calo anche il segmento expansion, che si è fermato a 656 milioni raccolti. Nel medio termine dovrebbero però aumentare gli investimenti grazie alla raccolta di Pir, Eltif e sgr che stanno raccogliendo capitale illiquido. Non vi è stata nessuna operazione delle pmi con ICOs, token offerings e criptoasset, penalizzati dall’incertezza regolamentare: siamo in attesa di novità da una consultazione Consob sulla definizione delle criptoattività e la regolamentazione delle offerte.
“Nonostante la situazione, continua a crescere il mercato della finanza alternativa per le pmi. In crescita soprattutto i contesti che fanno leva sull’investimento diretto (crowdfunding) e i segmenti che puntano alla UX (invoice trading). Ma i capitali istituzionali servono per amplificare i volumi. La vera sfida sarà capire gli effetti della pandemia sull’economia reale e la politica industriale del Governo”, ha concluso Giancarlo Giudici, docente al Politecnico di Milano.