Rispetto alle proposte effettuate da Italia Startup e altre associazioni tra cui Assofintech, il DL Rilancio, pur con alcune utili misure, non sembra soddisfare le attese
“Il Decreto Rilancio approvato ieri dal Governo contiene alcuni interventi utili, ma taglia provvedimenti che potrebbero incidere a breve termine sulla vita delle startup e delle PMI innovative” – è la sintesi della dichiarazione Angelo Coletta, Presidente di Italia Startup, a seguito del pacchetto di proposte presentato nelle scorse settimane, con il sostegno delle principali associazioni di settore, tra cui Assofintech.
Nell’ultima versione del Decreto, sono stati stralciati tre provvedimenti che avrebbero potuto avere impatti positivi e di breve termine sull’ecosistema startup italiano, e, peraltro, a costo zero per lo Stato:
- moratoria di un anno per le imprese innovative con esposizione debitoria verso il sistema bancario;
- estensione di un anno della permanenza delle startup all’interno del registro delle imprese innovative e
- all’aumento dal 30 al 50% degli sgravi fiscali per chi investe in startup e PMI innovative.
Inoltre, anche rispetto alla prima bozza, lo stanziamento per le startup per l’acquisizione di servizi prestati da parte di incubatori e centri d’innovazione pubblici o privati è stato abbassato a 10 milioni di Euro (erano 20 milioni nella bozza) e sono stati stralciati i 40 milioni di investimento per la valorizzazione economica dei titoli della proprietà industriale (brevetti, disegni, marchi).
Alla fine, la manovra per l’ecosistema delle startup, così come emerge dal decreto, si struttura su alcuni principali provvedimenti:
- stanziamento di 200 milioni per il Fondo di sostegno al Venture Capital;
- stanziamento di 200 milioni per il fondo di garanzia, mirato alle startup e PMI innovative;
- 100 milioni aggiuntivi per i finanziamenti agevolati del bando“Smart&Start”
A questi, si aggiungono un fondo di 4 milioni per i videogames (?!), l’abbassamento del limite di accesso allo startup Visa da 1m a 500 mila (strumento pochissimo utilizzato in passato) e 500m (!) gestiti da Enea per finanziare il trasferimento tecnologico, risorse “volte a favorire la collaborazione di soggetti pubblici
e privati nella realizzazione di progetti di innovazione” in campo energetico (ma non ancora chiarissimo nei tempi e nei modi).
Interventi che, ritiene Coletta, sono “certamente utili e positivi ma che necessitano di tempi lunghi per essere immessi sul mercato, a causa delle necessarie fasi di attuazione regolamentare. Il nostro impegno prosegue nella fase di emendamenti in Parlamento e nel fare in modo che quanto prospettato dal Decreto possa trovare rapida ed efficace attuazione. L’obiettivo di fondo – passata la fase di emergenza – è che il nostro Paese si doti di un vero e proprio piano industriale di medio termine, a supporto dell’innovazione italiana. Obiettivo che trova solo parziale riscontro in questo provvedimento emergenziale“