Abbiamo intervistato William Gobbo, fondatore di Sealence, startup che ha raccolto 500k con un “convertendo” sottoscritto dai soci “crowd” che avevano investito lo scorso anno
La startup Sealence, che ha sviluppato DeepSpeed, un rivoluzionario jet elettrico ad uso navale, che un anno fa aveva raccolto 450k con una campagna di equity crowdfunding, nell’Aprile di quest’anno, in piena emergenza Covid, ha emesso un “convertendo” che ha raccolto sottoscrizioni per 500 mila euro in meno di 4 giorni.
L’emissione, che aveva un taglio minimo di €1.000, è stata offerta a tutti i soci di Sealence, inclusi i 126 che avevano investito nel round di equity crowdfunding ed è stata sottoscritta da 30 soci.
Abbiamo chiesto a William Gobbo, CEO di Sealence, di raccontarci i dettagli dell’operazione e l’evoluzione di un progetto totalmente italiano che potrebbe rivoluzionare la nautica.
CROWDFUNDING BUZZ – Puoi darci qualche dettaglio in più sulle caratteristiche dell’emissione del prestito “convertendo”?
WILLIAM GOBBO – In realtà è stata un’operazione straordinaria, nel senso che non era inizialmente prevista nel nostro piano finanziario. Alcuni soci entrati durante il crowdfunding avevano manifestato il desiderio di investire una cifra cospicua ma non avevano potuto farlo in campagna per via delle regole che avevamo imposto. Vi era quindi l’esigenza di trovare un modo per permettere loro di incrementare l’investimento da un lato, ma dall’altro non eravamo ancora pronti a definire le caratteristiche del nostro prossimo “Round A”.
Ci siamo allora messi all’opera con l’avvocato Alessandro Maria Lerro, Presidente dell’Associazione Italiana Equity Crowdfunding e da sempre nostro Advisor finanziario con Crowd Advisors, ed è così che abbiamo studiato l’emissione di questo “Convertendo”.
Il problema da risolvere era che non era al momento ancora stato definito il premoney del nostro prossimo aumento di capitale. Alla fine ne è nato uno strumento dove i soci investivano dei soldi senza sapere quante quote avrebbero ricevuto, bensì maturando uno sconto su una futura valorizzazione.
Dovevamo accogliere circa 100 mila euro da un paio di sottoscrittori ed alla fine abbiamo, anche inaspettatamente direi, raccolto manifestazioni di interesse per 500 mila euro in soli 4 giorni. Più in dettaglio, in 20 hanno sottoscritto subito ottenendo uno sconto del 15% sul prezzo di sottoscrizione del prossimo aumento di capitale e 10 si sono aggregati successivamente ottenendo uno sconto del 10%.
Direi un bellissimo segnale di fiducia da parte di chi ci sostiene, nonché l’ennesima riprova della facilità con cui questo progetto riesce ad aggregare capitali.
CROWDFUNDING BUZZ – La vostra precedente campagna di crowdfunding è stata atipica da molti punti di vista. Non ultimo, avevate appunto inserito un tetto massimo all’importo che poteva essere investito da ciascuno soggetto.
WILLIAM GOBBO – Si, è così. E’ fatto riconosciuto dai tecnici del settore che la nostra tecnologia è destinata ad apportare un profondo cambiamento al settore della propulsione navale. Il nostro crowdfunding voleva solo essere un test della capacità di questo progetto di attrarre investitori, ma nei giorni immediatamente precedenti alla campagna, alcuni evidenti segnali ci hanno fatto temere che tutte le quote potessero finire in mano ad uno o due investitori. Da qui la decisione di mettere un cap al singolo investimento. Nonostante questo, la campagna si è comunque chiusa nel giro di una manciata di giorni.
CROWDFUNDING BUZZ – Come sta procedendo il progetto ed a che punto siete dello sviluppo?
WILLIAM GOBBO – Siamo molto soddisfatti degli avanzamenti fatti un po’ su tutti i fronti. Da gennaio abbiamo inserito nel team 8 nuove risorse, in prevalenza nel gruppo dei progettisti tecnici. Siamo poi orgogliosi di avere con noi l’ing. Cassinelli, nostro direttore tecnico che va a coadiuvare il coordinamento scientifico del prof. Ernesto Benini dell’università di Padova. Magari ai non esperti il nome potrebbe non dire molto, ma è il papà dei nuovi motori 12 e 10 cilindri della Lamborghini – quest’ultimo poi montato anche sulle Audi più sportive – nonché direttore tecnico della MV Agusta. Marco è una persona fantastica, con una competenza vastissima, e che quando ha visto chi siamo e cosa facciamo ha accettato con entusiasmo di unirsi a noi. Devo dire che il suo inserimento ha dato un impulso sul piano tecnologico, i cui risultati si vedranno a brevissimo in una nuova generazione di jet estremamente più evoluti e sofisticati.
Sul fronte più tecnico invece, subito dopo la campagna dell’anno scorso, abbiamo allestito uno scafo che stiamo usando per effettuare i testare in acqua dei nostri jet più piccoli. A breve ne allestimento anche un secondo, molto più grande, col quale andremo poi a testare le propulsioni più potenti che consegneremo ai cantieri per i test.
Queste imbarcazioni sono dei veri e propri laboratori viaggianti, in grado di rilevare decine di informazioni ad ogni test, informazioni preziose per guidare il perfezionamento dei jet.
CROWDFUNDING BUZZ – Quando consegnerete i primi esemplari di DeepSpeed?
WILLIAM GOBBO – I nostri jet, ancorché perfettamente funzionanti, li consideriamo ancora allo stadio sperimentale. Le prime imbarcazioni realizzate dai cantieri partner le vedremo nel corso dell’anno prossimo, ma queste saranno imbarcazioni destinate ad effettuare test e dimostrazioni al pubblico. Le prime vere consegne le vedremo poi ad inizio 2022. Avremmo in realtà già dei primi cantieri disposti a farci degli ordini, ma vogliamo uscire con un prodotto completamente maturo e quindi preferiamo continuare a svolgere l’intenso programma di test previsto dal nostro piano di sviluppo, anche se significa far aspettare i nostri Clienti ancora qualche mese.
CROWDFUNDING BUZZ – Tornando ai temi finanziari, come si è evoluto il progetto e quali iniziative state pianificando?
WILLIAM GOBBO – Iniziamo a dire che il bilancio 2019 – approvato poco prima della chiusura estiva – indica una liquidità di cassa di oltre 400 mila euro, pur in presenza di forti investimenti fatti alla fine dell’anno scorso, coerentemente col piano presentato in crowdfunding. Abbiamo poi un attivo patrimoniale che ha superato i 2 milioni di euro, di cui circa il 50% fatto da crediti ancora da esigere (bandi di finanziamento pubblici, r&d, IVA, …).
Guardando in avanti invece, il 2020 sarà centrato sul nostro primo vero round di finanziamento, che nelle nostre intenzioni dovrà essere un “A series” così come previsto dal business plan.
Stiamo inoltre lavorando alla prima di una serie di acquisizioni, secondo una strategia volta ad incorporare più velocemente know-how e tecnologie a noi necessarie, così da accelerare nel nostro sviluppo industriale. L’operazione è ancora in corso, quindi permettetemi di non entrare ancora nei dettagli, ma sarà un’operazione che farà – anche questa – sicuramente notizia!
CROWDFUNDING BUZZ – State pensando nuovamente al crowdfunding?
WILLIAM GOBBO – Al momento non abbiamo ancora definito le modalità operative del nostro “Round A”. Noi abbiamo un obiettivo di raccolta ambizioso ed in Italia il crowdfunding non ha ancora quelle caratteristiche presenti in mercati più maturi, guardo ad esempio all’Inghilterra. Premetto che nessuna decisione è stata ancora presa e che le sfide non ci hanno mai impensierito troppo, quindi al momento non voglio escludere che una parte sia riservata all’online. Ho già espresso più volte la mia positiva opinione verso il crowdfunding anche se vedo lanciare molte campagne con caratteristiche che non condivido e che fanno perdere fiducia nell’intero sistema. Se potremo contribuire a dare solidità e credibilità anche in Italia a questa modalità di raccolta, lo faremo molto volentieri.
CROWDFUNDING BUZZ – Il vostro business plan prevede un significativo programma di investimento e le prime vendite solo dal 2022. Non pensate che questo possa essere percepito da molti come un ostacolo alla decisione di investimento?
WILLIAM GOBBO – E’ una domanda complessa quindi devo articolare la risposta. Prima cosa bisogna capire bene che stiamo costruendo una nuova tecnologia che prima di noi non esisteva. Realizzare un propulsore nuovo ed innovativo, è diverso che prendere un motore elettrico, mettergli attorno delle ruote (o un’elica) e dire che si è fatta innovazione.
Nel nostro caso il propulsore DeepSpeed è un unicum brevettabile, negli altri casi invece i dispositivi ottenuti non possono essere protetti per mancanza dei requisiti di attività inventiva o di novità; possono quindi essere copiati da tutti.
Noi abbiamo ottenuto il brevetto Europeo ad inizio di quest’anno, ne stiamo adesso curando l’estensione internazionale e ne stiamo depositando di altri. Se al brevetto aggiungiamo il fatto che il nostro propulsore, oltre ad impiegare energia pulita, promette un corposo risparmio energetico all’intero comparto navale, possiamo capire la natura del progetto.
Semplificando, se vi dicessi che da domani è disponibile un nuovo sistema propulsivo che consuma la metà di quelli attuali, non serve scomodare gli ingegneri per capire la portata dell’innovazione introdotta.
Stante queste premesse, come si può percepire, costruire un innovativo jet ha un livello di complessità enorme e richiede competenze ed investimenti importanti. Da un lato c’è quindi la scommessa che una innovazione di tale portata possa vedere la luce in una startup, dall’altra però c’è il fatto che proprio la complessità ed i requisiti finanziari pongono una soglia di ingresso elevatissima a chiunque voglia provare a fare qualcosa di simile, prima ancora di considerare il fatto che comunque violerebbero il nostro brevetto.
In ultima analisi quindi, Il brevetto, la nostra tecnologia, il nostro vantaggio competitivo e la portata della nostra innovazione, giustificano sia il business plan sia un investimento nella nostra startup.
CROWDFUNDING BUZZ – Quali garanzie e quali ritorni si può aspettare un investitore dal vostro progetto?
WILLIAM GOBBO – Innanzitutto tengo a precisare una cosa. Siamo tutti professionisti con importanti e verificabili skills e carriere trentennali alle spalle, molti di noi non sono alla prima startup, il prof. Benini è un illustre scienziato di fama internazionale con centinaia di pubblicazioni al suo attivo, siamo persone serie, stimate e ciascuna con un proprio importante network internazionale. I nostri primi angels, che ci sostengono da sempre, sono persone molto note e stimate ad ogni livello.
Queste sono, se vogliamo così chiamarle, le nostre prime “garanzie”, che personalmente tradurrei in “competenza e serietà”.
Sui ritorni finanziari attesi, sapete benissimo che non posso fare promesse. Posso però suggerire di dotarsi di calcolatrice ed aspettare qualche settimana. Quando sarà nota la quotazione che ci viene oggi riconosciuta dal mercato, paragonandola a quella del crowdfunding di solo 12 mesi fa, avrete una chiara idea di dove stiamo andando e con che tempi.
Ribadisco però in ogni occasione che l’investimento in startup è, per definizione, rischioso, illiquido e non monetizzabile nel breve, quindi bisogna investire considerando anche questi aspetti.
CROWDFUNDING BUZZ – Ultima domanda, che tipo di exit prevedete e con che tempistiche?
WILLIAM GOBBO – Io mi augurerei per il progetto una forte partnership industriale che possa poi anche diventare, in toto o in parte, una exit finanziaria. Ho chiari segnali che probabilmente andremo in questa direzione anche se al momento non ho ancora in mano elementi concreti o proposte sul tavolo. Posso comunque dire che stiamo già lavorando per dare a tutti la possibilità di trarre presto soddisfazione dagli investimenti effettuati, senza dover necessariamente aspettare a quando la startup si trasformerà in azienda ed inizierà a distribuire i primi utili. Sto cioè già lavorando per passare da una situazione di “investimento illiquido” a quella di “investimento liquidabile”, il tutto auspicabilmente nel giro dei prossimi 18 mesi. Salvo meglio.