La piattaforma di lending crowdfunding immobiliare Italy Crowd chiude definitivamente i battenti. E’ stata la prima piattaforma a introdurre il real estate crowdfunding in Italia
Era il 15 gennaio 2015 quando Crowdfunding Buzz pubblicò la notizia del lancio della prima piattaforma italiana di real estate crowdfunding, frutto della visione dell’imprenditore Augusto Vecchi.
Da allora, Italy Crowd ha segnato una svolta nel panorama degli investimenti immobiliari, introducendo un modello innovativo che ha permesso a numerosi Proponenti e Finanziatori di cogliere nuove opportunità.
“Sono stati 10 anni intensi”, racconta Vecchi, Presidente e Amministratore Delegato di Italy Crowd Srl. “Abbiamo iniziato come pionieri assoluti del crowdfunding immobiliare italiano, affrontando numerose sfide per far comprendere questo innovativo strumento finanziario come valida alternativa agli investimenti tradizionali. Poi, con l’arrivo di altre piattaforme, abbiamo vissuto tutti anni di crescita e soddisfazione.”
Innovazione e qualità: i tratti distintivi di Italy Crowd
“Pur essendo un ‘portale boutique’ abbiamo sempre privilegiato la qualità rispetto alla quantità”, spiega Vecchi. Questo approccio si è riflesso in scelte strategiche che hanno reso Italy Crowd per anni un riferimento nel settore.
Nel 2020, il portale ha subito un importante rinnovamento tecnologico, diventando piattaforma nativa blockchain in Europa di lending immobiliare, e adottando come sistema di pagamento l’infrastruttura Lemonway.
Altra novità voluta e introdotta da Vecchi, fu la funzionalità del “ROI variabile” a seconda dello scaglione di finanziamento scelto. Il tutto a discrezione e dell’investitore che in modo autonomo valutava l’operazione, basandosi sui documenti messi a disposizione da Italy Crowd, sulla propria esperienza, nonché propensione al rischio.
Le difficoltà degli ultimi anni
Nonostante i successi, gli ultimi anni hanno rappresentato una sfida senza precedenti.
Purtroppo per molti Proponenti di progetti immobiliari che avevano raccolto tramite Italy Crowd, questi ultimi anni sono stati piuttosto complessi, a causa di eventi esterni come la pandemia, il Superbonus e la guerra russo-ucraina (che portò al caro energia).
E dunque, l’arrivo del nuovo Regolamento europeo sul crowdfunding, “ha determinato la scelta di piccole piattaforme come la nostra a decidere di non proseguire con la richiesta di adeguamento, fermandosi alla primo deposito presso Consob”, ribadisce Vecchi.
Un addio all’insegna della trasparenza e della professionalità
Nonostante la decisione di chiudere, Italy Crowd ha continuato ad operare per ulteriori 14 mesi, pur senza generare introiti dal lending immobiliare.
“Abbiamo sostenuto i costi di mantenimento tecnologico e i canoni per i servizi di Lemonway. esclusivamente per permettere ai Finanziatori di essere rimborsati dai Proponenti”, sottolinea Vecchi.
“Questa scelta di trasparenza e serietà professionale è stata riconosciuta da molti nostri Utenti, che desidero ora ringraziare pubblicamente, insieme a Fabio Allegreni founder di Crowdfunding Buzz, la testata che più di ogni altra ha testimoniato il nostro percorso, riportando puntualmente le mie idee e le innovazioni che hanno contribuito a implementare l’ecosistema del crowdinvestig immobiliare del nostro Paese”, conclude Vecchi.
Un’eredità che guarda al futuro
Italy Crowd (.com) ha chiuso il proprio portale di lending, ma ha lasciato un’eredità significativa: quella di aver aperto la strada al crowdfunding immobiliare in Italia e ad aver sviluppato un modello più inclusivo e dinamico per gli investimenti.
Continuerà ad operare come società di comunicazione strategica (italy-crowd.it), offrendo servizi di accelerazione per campagne di equity crowdfunding e gestendo eventi verticali di alto profilo come i celeberrimi FinTech Awards Italia