In UK le due maggiori piattaforme di equity crowdfunding hanno raccolto il 21% del mercato. E per il 2017 si attende il boom con l’ingresso degli investitori istituzionali
L’agenzia di ricerca britannica Beauhurst ha rilasciato un rapporto sugli investimenti in imprese non quotate ad alta crescita in UK, nel quale si evince che il crowdfunding sta superando i mezzi di investimento in private equity più tradizionali. Le due maggiori piattaforme, Seedrs e Crowdcube, hanno rappresentato insieme il 21% di tutte le partecipazioni nel Regno Unito lo scorso anno. Un risultato notevole visto che le due imprese non esistevano nemmeno fino a sei anni fa.
Lo riporta il sito di AIEC, l’Associazione Italiana Equity Crowdfunding.
Le due piattaforme congiuntamente hanno finanziato più di 250 aziende nel 2016, con 45.000 investitori coinvolti. Inoltre, mentre il crowdfunding è tipicamente associato agli investimenti in imprese più piccole – seed stage – la ricerca di Beauhurst suggerisce che le principali piattaforme sono considerate un’opzione sempre più credibile anche per le imprese più mature.
Sia per Seedrs che per Crowdcube, circa i due terzi delle imprese sostenute lo scorso anno sono state seed-stage. Tuttavia, le piattaforme hanno raccolto più investimenti in imprese in fase seed di ogni altra singola fonte di private capital e hanno anche facilitato un buon numero di investimenti “growth” in imprese più grandi. Questa evoluzione suggerisce che il crowdfunding ha raggiunto una fase di vita in cui può competere a tutti i livelli del mercato di raccolta fondi per le imprese private.
Questa maturazione è destinata a continuare con i fondi degli investitori istituzionali che stanno ora entrando nel mercato dell’equity crowdfunding per la prima volta, facilitando più raccolte più elevate.
“Il 2017 sarà l’anno in cui il capitale istituzionale inizierà a giocare un ruolo significativo nell’equity crowdfunding“, afferma Jeff Lynn, CEO di Seedrs. “Stiamo cominciando a vedere le prime exit dagli investimenti effettuati all’inizio dell’era dell’equity crowdfunding … dove siamo oggi è grosso modo dove era il peer-to-peer lending quando sono entrati gli investitori istituzionali“.
In Crowdcube, nel frattempo, il co-fondatore Luke Lang è anche convinto che il 2017 promette di essere ancora più proficuo per le piattaforme di equity crowdfunding, dato che l’anno scorso il settore ha sofferto, come peraltro tutto il mercato del venture capital, per un rallentamento della domanda da parte delle imprese che raccolgono fondi. “Dalle nostre discussioni con gli imprenditori, è chiaro che molti progetti di raccolta fondi sono stati messi in attesa in previsione del referendum sulla Brexit” dice Lang. “Proprio per questo è incoraggiante vedere che il mercato dell’equity crowdfunding sta performando meglio del mercato“.
In Italia, la legge di bilancio 2017 ha istituito i PIR (Piani Individuali di Risparmio) il cui l’obiettivo dovrebbe essere quello di far convergere capitali privati verso le PMI e, quindi, anche sull’equity crowdfunding. Inoltre, Inail e fondi pensione sono state incentivate (apparentemente) a investire in società non quotate.