BorsadelCredito, peer to peer lending per le imprese, aumenta la sua capacità di finanziare le PMI con i primi 10 milioni raccolti dal proprio fondo
Il fondo Colombo, lanciato il mese scorso da ART sgr, la società di gestione fondata da BorsadelCredito.it per investire nei prestiti che verranno offerti dalle imprese sulla piattaforma, ha già una dotazione di 10 milioni, su un target complessivo di 100 milioni, che sono stati sottoscritti dagli stessi soci di BorsadelCredito,it.
Lo ha scritto BeBeez.it, precisando che i soci della startup avevano preso l’impegno di sottoscrivere quote del nuovo fondo, una volta che fosse stato lanciato, contemporaneamente alla sottoscrizione dell’aumento di capitale lo scorso maggio. P101, Azimut Holding e GC Holding (la holding del gruppo Italmondo spa e di Supernova Hub) avevano investito 1,6 milioni di euro nel secondo round della startup. Il primo round da un milione di euro risale invece a fine 2015 e in quel caso era stato guidato da P101.
Dal suo lancio nel settembre 2015, i risultati di BorsadelCredito sono estremamente incoraggianti: sul totale delle pmi che hanno chiesto un finanziamento sulla piattaforma, quasi il 90% non ha in curriculum alcun evento negativo (debiti non onorati o protesti o altre situazioni pregiudizievoli anche meno gravi). Solo il 10% dunque ha in curriculum un evento negativo, grave o non grave. Tra quelle invece finanziate, la percentuale di eventi negativi è zero, poiché si tratta di elementi che non consentono una conclusione positiva dell’istruttoria.
Per quanto riguarda le motivazioni principali per cui viene richiesto il credito, sono le stesse che spingono le imprese ad andare in banca: investimenti ed esigenze di liquidità, ma con una proporzione invertita rispetto a quella rilevata da Bankitalia per cui la liquidità è preponderante. Sulla piattaforma Borsadelcredito c’è un 57,9% di imprese che vi arriva per finanziare investimenti, mentre ad avere esigenze di cassa sono il 38% e la quota residuale è rappresentata da chi chiede credito per consolidamento di passività a breve e per rinegoziare debiti a medio-lungo termine.
Inoltre, su 253 aziende analizzate, il 21% ha un fatturato tra 2 e 10 milioni e il 4% ha fatturato oltre i 50 milioni, il che significa che un quarto delle aziende che ottengono credito non sono micro e questo è un trend che si va consolidando.
Infine, se in media il campione totale dei richiedenti il prestito mostra una scarsa digitalizzazione (il 63,84% non ha un sito web; il 70% non ha pagine social e 70,7% non è segnalata su Google maps), il campione delle PMI finanziate mostra invece un panel di aziende molto più nella rete: la metà ha un sito; il 40% una pagina Facebook o Linkedin, il 49% è censita su maps.