Il veicolo finora ha raccolto 75 milioni di euro, su un obiettivo di raccolta di 200 milioni. E’ gestito da Opyn attraverso Art sgr
Il Fondo Europeo per gli Investimenti (Fei) ha investito in Magellano, il nuovo fondo che supporta le pmi italiane gestito dalla scaleup fintech italiana Opyn (l’ex Borsa del Credito) attraverso Art sgr, gestore di fondi alternativi di investimento, riservati a investitori professionali, che sottoscrivono i prestiti offerti in piattaforma. La sgr è controllata dalla holding Business Innovation Lab spa, a cui fa capo il marchio Opyn. Oltre a Magellano, Art sgr gestisce anche: il fondo Colombo, lanciato nell’ottobre 2017 con il supporto degli stessi azionisti di Opyn; Systema Credit Fund, lanciato nell’aprile 2019 da Confidi Systema! e Prader Bank.; il fondo Colombo II.
Magellano ha così raccolto 75 milioni, su un obiettivo complessivo di 200 milioni. Nell’operazione, Opyn è stata assistita dalla divisione mercati di Mediobanca per l’attività di collocamento delle quote del fondo e dallo Studio Legale Alpeggiani & Associati per gli aspetti legali e regolamentari. CACEIS Bank agirà nel ruolo di banca depositaria del nuovo fondo.
Alain Godard, chief executive del Fei, ha spiegato: “Si tratta di una grande opportunità per facilitare l’accesso ai finanziamenti per le piccole e medie imprese italiane, fortemente colpite dalla crisi economica generata dalla pandemia. L’impegno del Fei è stato determinante per diversificare e ampliare la base di investitori del Fondo, attirare nuovi investitori e attivare ulteriori risorse di terzi”.
Il commissario per l’economia Paolo Gentiloni ha affermato: “Il nuovo fondo Magellano fornirà una fonte alternativa di finanziamento per le piccole e medie imprese italiane, colpite dalla crisi del Covid-19. Questa è una grande notizia per il mondo imprenditoriale italiano, che beneficerà di questo accordo per rilanciare le proprie attività e la propria ripresa dalla crisi.”
Cesare Santacroce, direttore generale di Art sgr e credit risk manager di Opyn, ha concluso: “Lo scopo del fondo è la generazione di reddito e l’apprezzamento del capitale investito in un’ottica di medio-lungo periodo, che è l’unica coerente con le esigenze delle pmi. Questo va a vantaggio degli investitori ma soprattutto a supporto delle imprese italiane, in particolare quelle di dimensioni micro e piccole, che necessitano di liquidità quanto mai elevata nel post Covid. Si tratta di un’operazione pioneristica per il fatto di essere condotta da una fintech, e il fatto che sia sostenuta dal Fei ci accredita nell’arena finanziaria europea. Si tratta inoltre di un segnale importante che arriva da un attore istituzionale a supporto del fintech, considerato ormai un canale attraverso cui si può finanziare l’economia reale in maniera efficace.”
Chi è Opyn
Open è stata fondata come BorsadelCredito nell’ottobre 2013 da Antonio Lafiosca, Alessandro Andreozzi e Ivan Pellegrini come piattaforma digitale di brokeraggio per il credito alle aziende e nel 2015 ha aperto il suo canale di P2P lending.
Opyn fa capo alla holding Business Innovation Lab spa, che controlla al 100% altre due società: Mo.Net spa, autorizzata a svolgere i servizi di peer-to-peer lending; e Art sgr spa, che gestisce fondi alternativi di investimento riservati a investitori professionali che investono sui prestiti offerti in piattaforma. In particolare, ART sgr
Nel giugno 2020 l’allora Borsa del Credito ha lanciato il finanziamento Cash Anti-Covid Fase 2. Il prodotto è finanziato da Colombo II, fondo di direct lending creato da Borsa del Credito e sottoscritto da Azimut, che lo scorso aprile ha stipulato un accordo per erogare finanziamenti fino a 100 milioni di euro alle pmi tramite la piattaforma fintech e con la garanzia del Fondo di Garanzia del Mediocredito Centrale per il 90% dell’importo erogato. Nel luglio 2020 Opyn ha siglato un accordo con Confesercenti Nazionale per fornire alle pmi un accesso rapido al credito digitale. Lo scorso ottobre la fintech ha lanciato Eco-Green Starter: un finanziamento per le imprese attive nella riqualificazione energetica e antisismica degli edifici.
Borsa del Credito ha cambiato nome in Opyn lo scorso settembre, annunciando contestualmente un’espansione a livello europeo (in particolare in Germania, Olanda e Paesi Scandinavi) e l’affiancamento dell’attività di puro marketplace a quella di lending as a service (Laas). I soci attuali di Business Innovation Lab, la holding che controlla Opyn, sono: P101 (30%), GC Holding (15%), Banca Valsabbina (8,3%), il management (meno del 10%), Azimut e altri soci di minoranza (meno del 5% ciascuno).
I due soci finanziari più avanti usciranno dal capitale e la quotazione in Borsa “potrebbe essere una strada verso la exit”, ha affermato Pellegrini lo scorso settembre. La società è in una fase di grande crescita: il primo semestre del 2021 si è chiuso con circa 6 milioni di euro di ricavi (contro i 4 dell’intero 2020) e circa 2 milioni di ebitda positivo. Numeri che proiettano per la fine del 2021 una crescita anno su anno dei ricavi di circa 4 volte e di 10 volte per l’ebitda. Borsa del Credito aveva chiuso invece il 2020 con un utile lordo di oltre 613 mila euro e un utile netto di quasi mezzo milione di euro, grazie a un aumento esponenziale dei ricavi, che a fine 2020 hanno superato i 4 milioni, in crescita del 460% dai circa 743 mila euro del 2019. Il tutto a fronte di una posizione finanziaria netta di circa 3 milioni di euro. Oltre ad Art sgr, Business Innovation Lab spa controlla al 100% anche Mo.Net spa, autorizzata a svolgere i servizi di peer-to-peer lending.