Secondo i dati rilevati da una delle maggiori piattaforme USA di equity crowdfunding, CircleUp, le startup fondate da donne hanno tasso di successo e valutazione media più elevati
Il dibattito sulla disparità tra imprenditori femminili e maschili è all’ordine del giorno. Un elemento fondamentale, molto sentito negli USA, meno in Italia, è l’accesso ai capitali. Ora però sembra che ci sia qualche prova, ancorché embrionale, che il crowdfunding possa ridurre qualche disparità tra i generi, quantomeno nel finanziamento di start-up. Sulla piattaforma USA di equity crowdfunding CircleUp, dati empirici mostrano che questo trend è già in atto. Secondo il co-fondatore di CircleUp Rory Eakin, i dati rilevati sulla loro piattaforma indicano che “le startup fondate da donne stanno facendo piuttosto bene. In realtà, la loro raccolta di capitali on line è 9 volte più efficace che con le banche tradizionali e 5 volte più efficace rispetto al finanziamento con i VC“.
Questi dati sono stati calcolati basandosi sugli oltre $100 milioni raccolti sulla piattaforma fino ad oggi. E, pur essendo contro-bilanciati dal fatto che solo il 34% del capitale raccolto è andato ad aziende a guida femminile, si tratta sicuramente di numeri molto incoraggianti.
CircleUp riporta che le donne attualmente rappresentano il 32% dei richiedenti crowdfunding – ma stanno generando un tasso di successo molto più elevato rispetto agli uomini. Per quanto riguarda le valutazioni, CircleUp afferma che sono le donne ad assicurarsi i numeri più alti, anche a parità di revenues generate dal business. La differenza è sostanziale: +26%.
CircleUp ipotizza che una delle ragioni per cui le imprenditrici hanno maggiore successo sulla loro piattaforma è che CircleUp è focalizzato sui prodotti di consumo. I dati indicano che i beni di consumo e i prodotti di vendita al dettaglio hanno una maggiore rappresentanza di fondatori di sesso femminile.
Un’altra ipotesi di Eakin è che può avere un ruolo l’anonimato di Internet. Quando la raccolta di fondi avviene su internet, il sesso del fondatore è meno evidente che quando si va in una banca e chiedere un prestito, o si presenta l’iniziativa in una riunione con un Venture Capital. Noha Waibsnaider, che ha raccolto su CircleUp i fondi per finanziare la sua società, PeeledSnacks, lo conferma: “Con l’eccezione di alcune telefonate e dei video, la maggior parte della comunicazione con gli investitori su CircleUp avviene attraverso documenti scritti“. C’è ancora molta strada da fare per raggiungere la parità di genere – ma si inizia a vedere la luce in fondo tunnel.
In Italia i numeri dell’equity crowdfunding sono ancora troppo esigui per poter estrapolare delle statistiche. In ogni caso, una delle sei campagne finanziate con successo, BioErg, è stata promossa da due imprenditrici.