L’annuncio è stato dato ieri da Danilo Maiocchi, direttore di Innexta, durante il Fintech Future, l’evento annuale di AssoFintech
“Meno di un mese fa abbiamo ottenuto l’autorizzazione da Consob per la nostra piattaforma di equity crowdfunding“. Lo ha annunciato ieri Danilo Maiocchi, direttore di Innexta, al Fintech Future, l’evento annuale di AssoFintech (Associazione Italiana per il fintech e l’insurtech), che si è svolto ieri a Milano e in streaming con la media partnership di BeBeez. La piattaforma di crowdfunding Innexta punta a investire nei round e favorire il mercato secondario del crowdfunding. “A gennaio avvieremo la piattaforma di equity crowdfunding, poi, sfruttando il nuovo regolamento europeo sul settore, puntiamo a espanderci al lending, insieme a confidi, associazioni e altre piattaforme sinergiche”. Inoltre, obiettivo della piattaforma sarà anche quello di facilitare il mercato secondario coinvolgendo anche le altre piattaforme di equity crowdfunding.
Innexta è la società di riferimento nel settore della finanza e del credito per le PMI facenti parte del Sistema Camerale, con particolare attenzione a strumenti, servizi e modelli di finanza complementare.
Secondo quanto riferisce BeBeez, che è stato anche media partner dell’evento, a Fintech Future è stato poi affrontato il tema dell’open banking. In proposito Gimede Gigante, PhD Professor of Financial Markets, SDA Bocconi Asia Center e Università Bocconi, oltre che membro del consiglio direttivo di AssoFintech, ha detto: “Quando è entrata in vigore la PSD2, ci si chiedeva se il regalo fatto ai consumatori sarebbe stato scartato. Infatti, in generale l’utente bancario non è quasi mai soddisfatto della sua banca, ma questo non lo spinge comunque a cambiarla. Dopo la PSD2 però c’è la tendenza a prendere servizi da diversi operatori. Bisogna vedere come reagiranno le banche”. A suo avviso, gli istituti di credito attraverso la gestione dei big data devono far leva sul loro vantaggio competitivo rispetto ai nuovi entranti ed essere più flessibili. Gigante ha poi sottolineato: “La digitalizzazione paga: uno studio di Deloitte condotto su banche internazionali ha rilevato che i campioni digitali hanno avuto performance migliori in termini di Roa, un calo del 4% del cost income e un apprezzamento del Roe del 2%”.
L’open banking è un fenomeno in atto a livello globale, sia per motivi regolamentari che di mercato, come rileva uno studio condotto dal consorzio Cbi con PwC sull’open banking in Europa, in uscita il prossimo 20 dicembre. Cbi serve l’industria finanziaria italiana sul fronte dei pagamenti da oltre 25 anni ed è nato sotto l’egida dell’Abi (Associazione bancaria italiana). Alessio Castelli, head of banking e financial markets di Cbi, ha ricordato il lancio anni fa del servizio Cbill, integrato con pagoPA. Con l’avvento della PSD2, il consorzio ha subito assunto un posizionamento in ambito open banking con il varo di linee guida per le banche sul tema, oltre che continuando a offrire nuovi prodotti alle banche associate.
Un’altra iniziativa molto interessante e pionieristica nell’open banking è stata la fintech italiana Tinaba (acronimo di This Is Not A Bank). Fabio Candeli, ceo di Banca Profilo, ha raccontato che Tinaba è stata promossa nel 2015 dal fondo Sator, da una spa semplice e senza vincoli bancari e da Banca Profilo. “All’epoca il fintech attaccava un solo segmento dell’attività bancaria, cercando di farlo in modi più efficaci ed efficiente delle banche (unbundling), mentre la tendenza attuale è unire i diversi servizi”. Oggi Tinaba è una piattaforma tecnologica distributiva di servizi bancari, assicurativi e finanziari. E’ l’unica app che consente di condividere il denaro e vanta accordi che permettono l’universalità dei pagamenti, compresi quelli di AliPay. Tinaba inoltre offre informazione e formazione finanziaria, ha democratizzato le gestioni patrimoniali, accessibili con una soglia minima di 2 mila euro, e offre la possibilità di effettuare campagne di crowdfunding senza commissioni. La tecnologia è il pilastro fondante del piano industriale di Tinaba. Nell’ottica di puntare sul digitale sul fintech, Banca Profilo ha anche investito nel round da 6,2 milioni di euro della scaleup fintech Mdotm e offre ai suoi clienti il fondo Fasanara Fintech, dedicato al fintech e gestito da Fasanara Capital.
In merito al tema della tecnologia, è intervenuto Marco Valcamonica, principal del private equity Fsi, che si è detto coinvinto della “possibilità di creare progetti di crescita in ambito digitale. I nostri progetti migliori sono nel fintech, come nel caso di Sia e Cedacri“. In quest’ultima abbiamo visto un’ancora di salvezza per le banche più piccole, perché consente di avere una infrastruttura Ict efficace ed efficiente anche a loro, che non possono sostenere da sole i costi dello sviluppo tecnologico, per cui danno in outsourcing la gestione della tecnologia. “La fase 1 di Cedacri è stata quella iniziale del consorzio. Nella fase 2 Fsi è entrato nel capitale in un’ottica di partnership con le banche del consorzio, portando in 3 anni i ricavi da 40 a oltre 100 milioni. Con l’acquisizione di Cedacri da parte di di ION Investment, abbiamo avviato la terza fase per Cedacri, che dovrà creare una piattaforma in cloud e internazionalizzarsi”.
Partendo dall’analisi del settore, Fsi ha anche acquisito Lynx, system integrator specializzato nella progettazione e realizzazione di soluzioni tecnologiche a supporto di grandi aziende nel settore utility, di banche, assicurazioni e pubblica amministrazione. Fsi ha investito con un aumento di capitale nella società, che intende far crescere e passare dagli attuali 50 milioni a ben 500 milioni. “Fsi è un operatore finanziario ma conosce il settore di Lynx, per cui abbiamo varato insieme un progetto industriale di crescita. Abbiamo una prateria davanti: in Italia ci sono più di 2 mila aziende che fatturano meno di 15 milioni e sono destinate ad aggregarsi”, ha affermato Matteo Moretti, l’imprenditore-manager entrato in Lynx nel 2003, dopo aver lavorato in Spagna e a Londra sempre nel settore. Che ha aggiunto: “L’open banking e le Api hanno aperto un mondo. L’open banking inoltre permette di dare un’identità a chi realizza transazioni con le criptovalute, aumentando la trasparenza”. Infine, è intervenuto Antonio Ferrara, fondatore e ceo di Monety, scaleup del Gruppo Gabetti che permette di confrontare online i mutui e verificarne la fattibilità, ha infine ricordato che Monety vanta 11 accordi con le banche e un’offerta legata alle esigenze dei clienti, in equilibrio con quella del mercato.