Secondo il report di InnovUp e Assolombarda sull’Open Innovation in Italia, un terzo delle imprese innovative italiane è partecipato da aziende
È stato presentato il nono Osservatorio sull’Open Innovation e il Corporate Venture Capital Italiano, promosso da InnovUp, l’Associazione no profit e super partes che dal 2012 rappresenta e unisce la filiera dell’innovazione italiana, e Assolombarda.
La redazione del report ha visto anche la partnership scientifica di InfoCamere e degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano e con il supporto di Piccola Industria Confindustria e dell’area Politiche per il Digitale e Filiere, Scienza della Vita e Ricerca di Confindustria con Fondazione MAI.
Startup e PMI Innovative
Secondo i dati dell’Osservatorio, nel 2024 l’Italia conta circa 15.900 startup e PMI innovative, con un fatturato complessivo di 11,1 miliardi di euro, numero in contrazione per il secondo anno consecutivo, principalmente per una diminuzione delle startup registrate sul territorio italiano (circa 1.000 in meno rispetto al 2023), mentre le PMI innovative aumentano dell’11,2%.
Il 75,6% delle startup uscite dal registro nel corso dell’ultimo anno sono però ancora attive e il 10,3% di queste sono diventate PMI innovative. Nel complesso, hanno generato un fatturato di oltre 800 milioni di euro nel 2023, di cui il 30% prodotto da quelle transitate nel registro delle PMI innovative.
Un terzo delle imprese innovative italiane è partecipato da aziende, una quota in costante crescita in questi anni. Si tratta di quasi 5,3 mila startup e PMI innovative che generano il 47,2% del totale dei ricavi, equivalenti a 5,3 miliardi di euro.
Rispetto al 2023, si osserva inoltre un ulteriore aumento delle imprese innovative partecipate da investitori specializzati (per la prima volta più di mille e con un fatturato di 1,6 miliardi), mentre continuano a diminuire quelle partecipate da persone fisiche (Family & Friends).
La partecipazione delle aziende in Startup e PMI Innovative
Nel 2024 le startup e PMI innovative partecipate da aziende sono rimaste pressoché stabili in numero e sono cresciute in termini di valore della produzione (+1,9%), mostrando così performance migliori del totale delle imprese innovative. Non solo, rispetto al 2019 (anno pre-Covid), il fatturato delle startup e PMI innovative con soci aziendali è aumentato di un importante 74,5% (contro un +63,3% del totale).
Chiara Petrioli, Presidente di InnovUp ha dichiarato: “Il mercato dell’innovazione italiano dimostra una resilienza notevole, con un fatturato di 11,1 miliardi di euro generato da quasi 16.000 imprese. Nonostante la leggera flessione nel numero di startup, l’aumento delle PMI innovative testimonia una crescita e una maturazione dell’ecosistema”.
Maturazione testimoniata, anche, dal dato degli investimenti in venture capital da parte delle Corporate, pari a 313 milioni di euro, il 21% del totale degli investimenti registrati nel 2024 (1.493 milioni di euro), con una crescita del 190% rispetto al 2023, evidenza dell’interesse crescente verso l’innovazione nel nostro Paese.
Tuttavia, la distribuzione geografica degli investimenti richiede attenzione: dobbiamo lavorare per colmare il divario tra Nord e Sud, favorendo la crescita di un ecosistema innovativo più diffuso e inclusivo, e come InnovUp continueremo a favorire attività che aiutino tutto il Paese a sviluppare la filiera dell’innovazione.
Chi sono i soci investitori
Le aziende italiane che investono in startup si confermano prevalentemente società di piccole dimensioni, con il 64,9% che ha meno di 10 addetti, e la maggior parte (42%) che opera nei servizi non finanziari.
Le microimprese rappresentano anche il 65,9% del capitale sociale totale detenuto da aziende in startup e PMI innovative.
Questa quota, tuttavia, è in calo di oltre tre punti percentuali rispetto al 2023, mentre aumenta il peso degli investimenti da aziende di maggiori dimensioni (con quasi 24 milioni di euro di capitale in più immessi da imprese medio-grandi nell’ultimo anno).
A livello geografico, per il secondo anno consecutivo il numero di startup e PMI cresce solamente nel Sud e nelle Isole (ora sede del 27,4% del totale nazionale). Questa tendenza si scontra con una scarsità di potenziali investitori aziendali nella stessa ripartizione: quasi la metà (47,8%) dei soci aziendali è infatti concentrata nel Nord-Ovest, a fronte di un modesto 12,2% nel Sud e nelle Isole.
Questa frammentazione è aggravata dalla quota dei soci aziendali che investe al di fuori della propria regione, scesa al 24,5% nel 2024.
Gli investimenti corporate secondo l’indagine Politecnico di Milano
Dall’indagine condotta dal Politecnico di Milano su 90 medie e grandi corporate coinvolte in oltre 70 accordi con startup italiane tra il 2023 e il 2024 emerge che gli investimenti corporate sono allineati e, anzi, in alcuni casi over-performano i trend complessivi di investimento.
Dopo un brusco calo nel 2023, il 2024 mostra segnali incoraggianti di ripresa (313 mln investiti dalle corporate, a fronte dei 108mln del 2023 – con un incremento del 190%, contro un incremento complessivo del 32%).
La crescita è stata trainata soprattutto dagli investimenti delle Corporate internazionali che sono cresciuti del +689%, passando dai 19mln del 2023 ai 163mln del 2024.
Le corporate sono presenti in un round di investimento ogni quattro. Tuttavia, delle principali 50 società italiane solo il 36% svolge in attività di investimento in startup e solo il 20% dispone di un Fondo di Corporate Venture Capital (il 40% di questi gestito da fondi di VC indipendenti).
È evidente, quindi, come le corporate operino con modalità di erogazione e livelli di pianificazione ancora vicini a quelli degli investitori informali: la presenza di Corporate Venture Capital nazionali strutturati rimane limitata, ed è spesso associata alla collaborazione con Venture Capital Indipendenti.
Nonostante questo le corporate italiane stanno evolvendo il proprio approccio agli investimenti, concentrandosi sempre di più sulle startup in fase early-stage nei propri settori o in ambiti adiacenti, segno di una maggiore propensione al rischio e di un ecosistema che si sta lentamente consolidando.
I ticket medi di investimento sulle oltre 70 operazioni mappate sono inferiori al milione nel 78% dei casi, con una media di 346.000€ e una mediana di 100.000€.
Si nota, infine, come gli obiettivi delle attività di CVC siano prevalentemente di natura strategica, come l’accesso a nuovi prodotti/servizi o tecnologie emergenti, piuttosto che di natura finanziaria.
A testimonianza di ciò, il 92% degli investimenti avviene all’interno del settore di appartenenza delle corporate o in settori adiacenti. In definitiva, dall’analisi del Politecnico di Milano emerge come le aziende stiano gradualmente consolidando il loro approccio al CVC.