Investire con equity crowdfunding può dare grandi risultati, ma occorre essere pazienti

Le valutazioni di alcune start-up finanziate con equity crowdfunding in UK, ma anche in Italia, mostrano che può valer la pena investire a patto di essere pazienti e di diversificare

 

Equity crowdfunding capital gain

 

Mettere in luce i successi per gli investitori (e anche riconoscere i fallimenti), soprattutto in tempi di contrazione del mercato dei capitali di rischio, è molto importante per il settore dell’equity crowdfunding.

Le giovani imprese, PMI e Start-up, generano grandi benefici per la società, ma gli investitori che le sostengono, soprattutto in fase iniziale, si assumono un rischio elevato: la maggior parte delle start-up fallisce.

Peraltro, nel venture capital, che viene definito anche “capitale paziente”, occorre sapere aspettare, e ogni tanto, alcune società riescono a fare centro, riconoscendo a chi aveva investito, multipli non raggiungibili con altre forme di investimento.

I casi eclatanti di Monzo e Revolut

All’inizio di questo mese, un articolo su Tech.eu ha condiviso un incontro con due investitori di Monzo, una banca digitale di successo che ha raccolto fondi in diverse campagne di equity crowdfunding.

Otto anni fa, un investitore ha impegnato £1000, che oggi valgono circa £28.000. L’offerta era stata quotata su Crowdcube con una valutazione di £29 milioni. Oggi, Monzo vale miliardi. L’investitore ha poi dichiarato di aver investito anche in altre campagne su Crowdcube per un totale di circa £5000, che ora valgono circa £55.000.

Un altro investitore che ha sostenuto Monzo nelle sue prime fasi di vita, ha investito circa £5.000 in diverse fasi. Sebbene i suoi rendimenti non siano divulgati, è ragionevole presumere che siano simili a quelli del primo investitore.

Ma ci sono altre storie di successo. Una delle più famose è quella di Revolut, la banca digitale con sede nel Regno Unito, che nell’agosto 2017 aveva raccolto £3,8 milioni su Seedrs.

Ebbene, nel mercato secondario di Seedrs, Revolut mostra un valore indicativo di £27,9 miliardi, con un aumento del 5022,5% rispetto al valore iniziale.

E in Italia?

In Italia, secondo uno studio di Tech Alliance e BizPlace, quasi il 10% (9,8%) delle imprese che hanno raccolto tramite Equity Crowdfunding tra il 2014 e il 2019 ha “fatto una exit”, si è cioè quotata in Borsa o è stata oggetto di operazioni di M&A.

Inoltre, a distanza di tre anni dalla chiusura con successo della campagna, il 13% risulta in crescita in termini di ricavi e marginalità.

Alcuni di questi casi riguardano, per esempio, Winelivery, che è passata dall’essere una piccola startup al divenire leader nella consegna a domicilio di bevande, il cui valore è aumentato fino a €24,5 milioni pari a 18 volte il valore della sua campagna di equity crowdfunding su Crowdfundme nel 2017.

Oppure My Cooking Box, che commercializza scatole con tutti gli ingredienti per preparare le ricette italiane, ha registrato una rivalutazione pari a 19 volte il valore postmoney della campagna del 2016, arrivando all’attuale valore di € 18,9 milioni.

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