In una sentenza del 22 Novembre, la Corte di Cassazione, ha ribadito che le criptovalute sono prodotti finanziari, in quanto possiedono i caratteri propri dell’investimento finanziario
Le criptovalute sono a tutti gli effetti dei prodotti finanziari, possedendo i caratteri propri dell’investimento finanziario come l’impiego di capitali, l’aspettativa di rendimento e il rischio che ne deriva. A stabilirlo è stata la seconda sezione penale della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 44378 del 22 novembre 2022.
Nel testo della sentenza, si legge “che la valuta virtuale deve essere considerata strumento di investimento perché consiste in un prodotto finanziario, per cui deve essere disciplinata con le norme in tema di intermediazione finanziaria (art.94 ss. TUF), le quali garantiscono attraverso una disciplina unitaria di diritto speciale la tutela dell’investimento; pertanto, chi eroga detti servizi è tenuto ad un innalzamento degli obblighi informativi verso il consumatore, al fine di consentire allo stesso di conoscere i contenuti dell’operazione economico-contrattuale e di maturare una scelta negoziale meditata”.
Nel caso esaminato dalla Corte è emerso che gli acquirenti delle criptovalute avevano investito capitali al fine di ottenere un rendimento, costituito dalla corresponsione di altre monete virtuali che avrebbero permesso la partecipazione alla piattaforma, dal valore variabile a seconda del momento dell’acquisto e che avrebbe acquistato maggior valore se il progetto relativo alla piattaforma avesse avuto successo. In tal senso, gli acquirenti si sono assunti di per sé un rischio correlato all’investimento del capitale.
Ricordiamo peraltro, che l’Unione Europea ha proposto una regolamentazione sovranazionale, il MiCa – regolamento UE sui cripto-asset, con l’obiettivo di introdurre un nuovo sistema di norme che potrebbe finalmente garantire un approccio legislativo omogeneo sulla materia. Il MiCA intende infatti disciplinare con regole precise gli strumenti digitali basati sulla tecnologia blockhain, le “criptoattività”, i soggetti che li “emettono” o li “offrono al pubblico” (tramite le cosiddette ico’s o Initial Coin Offer) e gli operatori che offrono servizi per custodirli e/o scambiarli.
Dopo il via libera di qualche mese fa da parte del Consiglio dell’Unione Europea al disegno di legge sui mercati delle criptovalute (si veda qui il comunicato stampa del Consiglio europeo e qui il testo completo della bozza di regolamento), l’iter è proseguito al Parlamento UE con l’European Parliament Committee on Economic and Monetary Affairs (ECON) che il 10 ottobre ha poi votato a favore del Regolamento.
Tuttavia, prima che l’atto possa essere pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, dovrà essere votato in una sessione plenaria del Parlamento europeo, probabilmente nel corso del 2023.