L’equity crowdfunding in Francia sta vivendo una crescita esponenziale. Anche grazie ad un regolamento agile, emanato solo lo scorso ottobre sulla base di “best practice” consolidate delle piattaforme già operanti
Dopo molti anni di vuoto giuridico, è solo dal 1 ottobre 2014 che l’equity crowdfunding in Francia ha il proprio regolamento, il quale ha recepito le modalità operative delle piattaforme attive in Francia già da alcuni anni. Da allora le piattaforme devono operare con lo statuto di CIP (Conseiller en Investissements Participatifs) autorizzato dalla AMF (la Consob francese). Così le imprese e altri attori possono raccogliere fondi da Internet senza ricorrere ai metodi tradizionali di finanziamento. E’ da sottolineare anche che il medesimo regolamento norma anche il lending crowdfunding.
Il regolamento è semplificato rispetto a quello italiano, ma presenta anche alcuni limiti. In particolare il finanziamento richiesto può essere al massimo di un milione di euro per un periodo di 12 mesi, mentre in Italia il limite è di 5 milioni. Dall’altra parte, però, ci sono aperture e semplificazioni notevoli rispetto al regolamento italiano:
- Qualunque tipo di società può ricorrere all’equity crowdfunding, per esempio anche gli immobili. In Italia solo le startup e le PMI “innovative”
- Non esiste l’obbligo di nominare una banca o una SIM come intermediario. L’intermediario è la piattaforma stessa.
- La profilazione Mifid è conseguentemente effettuata dalla piattaforma, e, sebbene sia obbligatoria per tutti i potenziali investitori (non esiste sopra/sotto soglia come in Italia), il processo avviene solo online e senza spostarsi dalla piattaforma (in Italia bisogna firmare a mano e recarsi presso una filiale bancaria)
Le piattaforme valutano la fattibilità di ogni progetto proposto e possono fornire consulenza a chi lo presenta, costituendo così una vetrina affidabile per le start-up e una migliore risposta alle esigenze delle piccole e micro imprese, sempre che.
L’investimento può essere disposto direttamente oppure tramite una holding di investimento (SAS – Société par Actions Simplifié) appositamente costituita per raccogliere le offerte relative ad un progetto specifico.
Oggi l’equity crowdfunding sta sperimentando in Francia una forte espansione, tanto che le piattaforme hanno raccolto più di €25 milioni nell’ultimo anno con una crescita di +146% rispetto all’anno precedente, secondo quanto riporta l’associazione Financement Participatif France. Nel 2014, inoltre, il budget medio raccolto per progetto è stato di €376.733.
Sebbene l’equity crowdfunding sia nato negli Stati Uniti – una delle prime piattaforme di equity crowdfunding è EquityNet che recentemente ha superato 300 milioni di dollari di raccolta – anche la Francia ha sfondato in questo settore, dove, peraltro, spiccano alcune piattaforme.
In particolare, Wiseed, specializzata in equity e real estate crowdfunding. A partire dalla sua istituzione, la piattaforma ha raccolto € 23.252.600 riuscendo a finanziare 69 start-up, grazie a 49.200 investitori. Con tali numeri, la piattaforma è dunque la prima in Francia. Dietro, troviamo Anaxago, che riceve più di 120 candidati ogni anno ed ha raccolto €21.194.791 investiti in 52 progetti con la partecipazione di 47 500 investitori. Non lontano da questi due giganti, possiamo anche citare SmartAngels o Sowefund di cui però non abbiamo a disposizione i dati.
L’equity crowdfunding in Francia si sta dunque traducendo in una grande opportunità per le PMI francesi, e si sta dimostrando uno strumento finanziario in grado di fornire un forte potenziale di crescita per l’intera economia d’oltralpe.