Seedrs, storica piattaforma di equity crowdfunding britannica, ha lanciato da tre anni il suo mercato secondario: transati 6,6 milioni di cui 678k nel mese di Giugno
Nel Giugno del 2017, la piattaforma di equity crowdfunding britannica Seedrs lanciava, prima in Europa, il proprio mercato secondario, per consentire l’acquisto e la vendita delle quote di società che avevano raccolto con successo sulla piattaforma stessa.
Dopo 3 anni, l’iniziativa, ancora in fase beta, sta iniziando ad entrare nelle abitudini degli investitori: in totale sono stati transati 6,6 milioni di sterline di cui 678 mila nell’ultimo mese di Giugno. Acquirenti e venditori sono stati complessivamente 6.800 e 471 le società coinvolte.
Considerando solo questo mese di Giugno, sono passati di mano 1371 pacchetti di azioni grazie all’incontro di 564 venditori e 637 compratori, per un valore complessivo, appunto, di £678 mila. In realtà, il valore dei pacchetti posti in vendita, è stato di 4,6 milioni e, dunque, solo il 14% è stato effettivamente transato.
Si tratta quindi di un mercato che inizia a consolidarsi e che si basa sull’ormai ampio mercato primario della piattaforma inglese: 283 milioni raccolti nel 2019 e 195 nel 2018, per , rispettivamente, 250 e 186 società finanziate. Per dare un riferimento, ricordiamo che in Italia, ad oggi, l’intero mercato dell’equity crowdfunding ha raccolto dalla sua nascita (2014) 160 milioni per 400 società finanziate.
Come funziona il mercato secondario di Seedrs
Il mercato secondario di Seedrs è aperto alle transazioni una settimana al mese, dal primo martedì del mese al martedì successivo, anche se chi vende può postare le proprie offerte a mercato chiuso.
Solo le società che hanno chiuso con successo almeno una campagna su Seedrs sono ammesse e il prezzo di riferimento non è influenzato dalle transazioni, ma solo dal valore definito da Seedrs in base al “fair value” della società. In estrema sintesi, il fair value è definito in base al valore post money dell’ultima campagna su Seedrs, sempre che la società non sia manifestamente in una situazione di dissesto o sia in liquidazione, nel qual caso la valutazione è pari a zero.
La gestione del mercato secondario (e anche la valutazione) è facilitata dal modello con cui Seedrs da sempre gestisce il suo mercato primario. Infatti, per ogni campagna lanciata sulla piattaforma, viene costituito un veicolo societario (SPV) gestito da Seedrs, in cui confluiscono tutti gli investitori, i quali danno una sorta di mandato fiduciario a Seedrs che risulta essere quindi l’unico nuovo azionista della società target.
In questo modo, oltre ad avere un controllo più diretto sull’andamento del business, Seedrs, in quanto “nominee” può agevolmente consentire la compravendita di quota modificando l’assetto del SPV, senza incidere sulla composizione azionaria della società. Notiamo anche che il secondario per Seedrs è un modello di business: la piattaforma applica una success fee del 1,5% sia ai venditori che agli acquirenti, oltre ad una “carry fee” del 7,5% sul profitto generato dalla transazione.
Si tratta di un “unicum” nel panorama europeo dell’equity crowdfunding, che ricorda da vicino la rubricazione delle quote consentita in Italia dall’art. 100ter del TUF, e operata per ora unicamente da Directa SIM per alcune piattaforme. La differenza sostanziale è però che, appunto, Seedrs è il “nominee” per tutte le società e per tutti gli investitori, mentre in Italia Directa SIM è “nominee” solo per chi sceglie di rubricare le quote acquistate.
La conseguenza principale, è che tutta la raccolta effettuata da Seedrs negli anni può essere oggetto di transazioni nel mercato secondario, aumentando così il flottante potenziale.
Sebbene fino ad ora solo le azioni delle società che abbiano raccolto con Seedrs possano essere collocate sul secondario, la piattaforma ha chiuso recentemente un accordo con Capdesk, società UK nata per consentire il monitoraggio e la gestione delle azioni date ai dipendenti con le stock-options e per monitorare gli assetti azionari. Capdesk, ha aggiunto tra i suoi servizi anche un mercato secondario, e, grazie al’accordo con Seedrs, anche le società che non abbiano raccolto sul primario della piattaforma, potranno accedere al suo mercato secondario, previo un processo di due diligence.
La situazione in Italia
Le modifiche apportate da Consob lo scorso anno al regolamento dell’equity crowdfunding, consentono alle piattaforme italiane la creazione di “bacheche” in cui ospitare annunci di acquisto o vendita di quote. Ma le limitazioni sono piuttosto stringenti, in estrema sintesi:
- solo piattaforme possono creare le bacheche (non terze parti)
- la bacheca può ospitare annunci relativi alle sole società che hanno raccolta sulla medesima piattaforma
- la bacheca non può in alcun modo aiutare venditore e compratore a chiudere la transazione (che, dunque, deve avvenire tramite contatto personale)
- la piattaforma non può in alcun modo trarre profitto dalle transazioni
Sebbene il mercato secondario possa avere un potenziale interessante, crediamo che date le premesse in Italia l’attuale normativa non consenta un reale sviluppo. Da un lato, infatti, il potenziale flottante è troppo limitato, dall’altro, le restrizioni non facilitano nè l’accesso nè le transazioni, limitandone dunque ulteriormente l’efficacia.