In un articolo scritto per Agendadigitale.eu, Stefano Firpo del Ministero dello Sviluppo Economico annuncia nuove misure per l’equity crowdfunding nell’ambito delle strategie per il sostegno a startup e PMI.
Tra le misure indicate, Firpo sottolinea nel suo articolo che l’equity crowdfunding è un’opportunità non pienamente sfruttata e indica le linee che il MISE seguirà nel 2015. In particolare:
- è già in cantiere una modifica normativa tesa a permettere agli investitori specializzati di raccogliere capitale mediante piattaforme di equity crowdfunding, dando modo di investire indirettamente in un portafoglio di startup e diversificare il rischio
- si sollecitano proposte coerenti e condivise dalle piattaforme già autorizzate al fine di semplificare e potenziare l’attuale regolamento sull’equity crowdfunding. In tal modo, i soggetti istituzionali, in particolare la Consob, avranno a disposizione elementi solidi per migliorare la disciplina regolamentare.
Ci auguriamo che soprattutto il secondo punto abbia un rapido riscontro e ci permettiamo di indicare i punti del regolamento che necessitano urgentemente di essere ritoccati.
- Il fatto che l’accesso al crowdfunding sia limitato solo alle startup innovative. Dovrebbe invece essere esteso ad altre iniziative più vicine al tessuto economico italiano: edilizia, ristorazione, food and beverage, turismo, moda e design. Ovviamente con limiti ben individuati in modo che siano proprio le PMI a beneficiarne e non i soliti noti.
- Il limite di investimento di €500 per evitare la profilazione MIFID. In UK, la piattaforma Crowducbe ha contribuito al finanziamento di 170 imprese per un funding medio di circa €350.000 a iniziativa finanziata. L’investimento medio di ciascun singolo investitore in ogni iniziativa è stato di €3000, con numero medio di 116 (!) investitori per round. Il successo è dovuto anche, se non soprattutto, alla possibilità di investire con un clic, senza la necessità dei complicati e scoraggianti adempimenti burocratici previsti dal regolamento italiano se si vogliono investire più di €500.
- Il vincolo del 5% obbligatoriamente riservato a banche e investitori istituzionali per finalizzare il round di finanziamento. Sempre prendendo ad esempio il caso di Crowdcube sopra citato, il 5% di un round medio sarebbe €17.500. Per una banca questo è un investimento troppo limitato per il profilo di rischio, che, essendo classificato come elevato, richiede procedure di approvazione complesse e dunque costose. Quale banca si fa coinvolgere in un’operazione di scarsissimo interesse per il suo business? E infatti così sta accadendo.