La Cambridge University ha rilasciato la sua 2° indagine annuale sulla finanza alternativa in Europa. Nel 2015 il mercato è cresciuto del 92% e ha raggiunto €5,4 miliardi
La 2° indagine annuale sulla finanza alternativa in Europa – condotta dal Centro per la finanza alternativa presso la Judge Business School dell’Università di Cambridge – e che include il crowdfunding e il lending peer-to-peer, rileva che, nel 2015, il mercato europeo on-line della finanza alternativa è cresciuto del 92% raggiungendo 5,43 miliardi di euro.
Il rapporto, dal titolo “Sustaining Momentum”, pubblicato in partnership con KPMG e con il sostegno di CME Group Foundation, ha ricevuto il supporto di 17 primarie associazioni settoriali europee e partner di ricerca, tra cui, per l’Italia, A.I.E.C. (Associazione Italiana Equity Crowdfunding) e lo studio di consulenza Crowd Advisors e si è basato sui dati forniti da 367 piattaforme di donation, reward ed equity crowdfunding, lending peer-to-peer e altri intermediari di finanza alternativa di 32 paesi europei, con una copertura stimata del 90% del mercato.
Il Regno Unito è stato di gran lunga il maggiore mercato europeo con €4,4 miliardi, seguito dalla Francia con €319 milioni, Germania con €249 milioni e Paesi Bassi, €111 milioni. Gli altri grandi mercati europei includono la Finlandia con €64 milioni, la Spagna con €50 milioni, il Belgio con €37 milioni e l’Italia con €32 milioni. I paesi nordici rappresentano complessivamente €104 milioni, mentre i paesi dell’Europa centrale ed orientale registrano complessivamente una raccolta di €89 milioni.
Con l’esclusione del Regno Unito, il mercato europeo della finanza alternativa è cresciuto del 72% dai €594 milioni del 2014 a €1019 milioni del 2015.
“Nonostante il tasso di crescita (escludendo il Regno Unito) abbia rallentato del 10% rispetto alla crescita dell’82% tra il 2013 il 2014, il settore sta ancora mantenendo un forte slancio, con un’espansione sostanziale dei volumi delle transazioni, registrati su quasi tutti i modelli finanziari alternativi on-line”, si legge nel rapporto.
Dal punto di vista metodologico, ricordiamo che il report dell’Università di Cambridge è una ricerca e non un osservatorio ed è quindi basato sulle dichiarazioni delle piattaforme che hanno risposto ad una survey e non sull’osservazione puntuale di dati oggettivi. E’ dunque un ottimo punto di riferimento per valutare i trend e confrontarli tra i paesi.
Secondo il report, il lending peer-to-peer per il credito al consumo è il maggiore segmento del mercato, con €366 milioni erogati nel 2015. Il lending peer-to-peer alle imprese è il secondo con €212 milioni erogati, mentre l’equity crowdfunding è al terzo posto con €159 milioni e il reward crowdfunding al quarto con €139 milioni.
Tra gli altri risultati:
- Al di fuori del Regno Unito, l’Estonia è risultata al primo posto in Europa in termini di volumi erogati pro capite con €24, seguita dalla Finlandia con €12 e Monaco con €10.
- Il finanziamento alternativo on-line per il business in Europa è aumentato del 167% anno su anno arrivando a €536 milioni raccolti a beneficio di oltre 9.400 startup e PMI.
- Il coinvolgimento degli investitori istituzionali è decollato nell’Europa continentale nel 2015, con il 26% dei prestiti peer-to-peer al consumo e il 24% dei prestiti peer-to-peer alle imprese finanziato da fondi pensione, fondi comuni di investimento, società di gestione del risparmio e banche.
- In Europa, la percezione delle norme nazionali esistenti in materia di finanza alternativa è divergente. Circa il 38% delle piattaforme intervistate ritiene che la normativa nazionale per il crowdfunding e il lending peer-to-peer è adeguata e appropriata, il 28% ritiene che la normativa nazionale è troppo restrittiva e un ulteriore 10% afferma che, invece, è troppo lasca.
- I maggiori rischi che gli operatori della finanza alternativa ritengono di dover affrontare sono l’aumento delle inadempienze sui prestiti o il rischio di fallimento delle imprese, le attività fraudolente e, infine, la chiusura della piattaforma per risultati negativi.
Robert Wardrop, direttore esecutivo del Cambridge Centre per la finanza alternativa, ha dichiarato: “Il volume delle transazioni movimentato dalla finanza alternativa in Europa è aumentato a più di €5 miliardi nel 2015, e, per la prima volta, al di fuori del mercato del Regno Unito, ha superato €1 miliardo. Tuttavia, si tratta di un settore ancora piccolo, e il tasso di rallentamento della crescita anno su anno è un promemoria dei rischi che il settore deve affrontare per passare dall’essere un canale “start-up” a diventare un canale di finanziamento sostenibile nell’ambito dell’ecosistema dei servizi finanziari europei.”
Fabio Allegreni, partner e co-founder di Crowd Advisors, ha commentato: “Il fatto che la finanza alternativa nell’Europa continentale abbia per la prima volta erogato oltre 1 miliardo di Euro, ne dimostra una volta di più il potenziale dirompente, anche per i Paesi che sono partiti più tardi rispetto a UK. Come l’Italia, che pur essendo ancora indietro, presenta una crescita di quasi il 300% nel 2015 rispetto al 2014, destinata secondo me ad aumentare ulteriormente nel 2016, sia per le performance che stiamo oggettivamente osservando che per il potenziale ancora inespresso. Lo studio mostra infatti che gli investimenti pro-capite in Italia sono pari €0,52, la metà della Spagna che ci precede in questa classifica al penultimo posto”.
“Nonostante il ritardo del mercato italiano” – ha affermato Alessandro M. Lerro, Presidente dell’Associazione Italiana Equity Crowdfunding – “la ricerca di Cambridge dimostra che l’equity crowdfunding sta effettivamente decollando, soprattutto dopo le modifiche regolamentari recentemente introdotte dalla CONSOB. Per un decollo definitivo manca l’apertura del mercato a tutte le imprese, superando la limitazione alle sole imprese innovative, anche sulla base delle esperienze conseguite negli altri Paesi europei”.
Secondo Rumi Morales, Executive Director, CME Ventures: “La caratteristica di spicco della tecnologia finanziaria è che è veramente senza confini. Nessun paese sta sfruttando i mercati finanziari o i modelli di business alternativi per escluderne altri. Piuttosto, dal Regno Unito all’Estonia, dall’Italia a Monaco, l’intero continente europeo sta sperimentando e si sta espandendo sulla base di innovazioni in grado di fornire accesso ai capitali e ai servizi finanziari a più persone rispetto al passato”.
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