Presentato l’ottavo Rapporto sul Crowdinvesting del Politecnico di Milano che cala (-1%) per la prima volta. Su crowdfunding immobiliare e lending per le PMI, giù equity e minibond
Battuta d’arresto per l’industria del crowdinvesting in Italia, che negli ultimi 12 mesi, per la prima volta, ha visto una lieve contrazione del mercato, con 343,79 milioni di euro raccolti (-1%).
Il valore cumulato storico è comunque salito, dal 2014, a 1,21 miliardi di euro, se si escludono le piattaforme che raccolgono esclusivamente o prevalentemente non da internet, confermando il crowdinvesting come un’alternativa interessante sia per gli investitori che per le imprese che devono finanziarsi.
Sono alcune evidenze contenute nell’ottavo Report italiano sul Crowdinvesting realizzato dall’Osservatorio omonimo della School of Management del Politecnico di Milano, presentato ieri mattina, che ha analizzato gli ultimi 12 mesi fino alla data del 30 giugno.
Lo stato delle richieste di autorizzazione europea
Prima della presentazione dei dati a cura del Prof Giancarlo Giudici, sono intervenuti Ronald Kleverlaan (CrowdfundingHub), Emma Iannaccone (Consob), e Alessandro Lerro (Assofintech) che hanno ragguagliato sullo stato delle autorizzazioni ai sensi del nuovo Regolamento in Italia e in Europa.
In particolare, Ronald Kleverlaan ha rivelato che 47 piattaforme in Europa hanno ottenuto l’autorizzazione di 12 in Olanda, 10 in Francia e 9 in Spagna. Spicca invece l’assenza di due grandi paesi come Italia e Germania.
In Italia, la possibilità di depositare la domanda di autorizzazione è aperta da circa un mese ed Emma Iannaccone di Consob ha riferito che ad oggi le domande depositate sono 25, aggiungendo che, secondo anche un confronto con le autorità di altri Paesi, i tempi di approvazione sono di circa sei mesi.
L’avvocato Alessandro Lerro ha sottolineato come esistano ad oggi grandi differenze tra le autorità dei diversi paesi sul rilascio delle autorizzazioni. Per esempio, alcune piattaforma in Spagna e in Olanda sono state autorizzate quando ancora gli RTS (i regolamenti attuativi di ESMA) erano solo in bozza e, dunque, non siano pienamente conformi alle norme effettive.
In effetti, anche da una nostra ricerca diretta, sembra che, per esempio, la maggior parte delle piattaforma europee autorizzate non imponga ai proponenti il prospetto informativo (KIIS) come da regolamento.
Lerro, quindi, auspica una maggiore armonizzazione tra le diverse autorità in modo da non generare squilibri competitivi nel mercato. E, inoltre, auspica anche che l’autorità italiana, in particolare Banca D’Italia, tenga conto della dimensione relativamente piccola dei gestori di piattaforme, le quali non si può pretendere si dotino delle strutture organizzativi e di controllo tipiche di intermediari finanziari di grandi dimensioni.
Il rapporto sul Crowdinvesting
La raccolta annuale tramite equity crowdfunding ha raggiunto 86,64 milioni di euro (-11%) per i progetti non immobiliari e 56,42 milioni (+28%) per quelli immobiliari; in netta diminuzione i minibond collocati sui portali, pari a 20,82 milioni di euro; i portali di lending hanno contribuito con 24,76 milioni prestati a persone fisiche e 155,15 a imprese, di cui 39,36 tramite portali generalisti e altri 115,79 (+39%) tramite portali specializzati nell’immobiliare, in crescita.
Infine, un’analisi specifica ha riguardato 358 campagne equity che hanno fornito dati ESG ai potenziali investitori allineati allo standard GRI, soprattutto su emissioni di gas serra, valutazione ambientale dei fornitori, gestione di rifiuti e sprechi, consumo di energia, impatto sulle comunità locali.
“Siamo a un punto di svolta nel panorama dell’industria nazionale dell’equity e lending crowdfunding – commenta Giancarlo Giudici, Direttore scientifico dell’Osservatorio Crowdinvesting -. Il primo motivo è che siamo ormai alla vigilia della piena entrata in vigore del nuovo Regolamento europeo ECSP. Il secondo motivo è che per la prima volta registriamo un segno negativo, seppure modesto (-1%) nella raccolta annuale dell’industria. Soffrono l’equity crowdfunding dei portali non immobiliari e i collocamenti di minibond, soprattutto nel primo semestre 2023. Invece, hanno contribuito a sostenere il mercato i progetti immobiliari, in particolare nel mondo lending”.
L’equity crowdfunding
Al 30 giugno 2023 risultavano autorizzati da Consob 48 portali per la raccolta di capitali online, 3 in meno rispetto all’anno scorso. Negli ultimi 12 mesi sono state concluse 23 campagne di collocamento di minibond su 2 portali, per un totale di 20,82 milioni di euro (-45%), mentre le campagne di raccolta di capitale di rischio sono state nello stesso periodo 207, in leggero calo rispetto al passato. Il tasso di successo tendenziale continua a mantenersi elevato, attorno al 90%. La raccolta di capitale di rischio cumulata nel tempo si attesta a 571,68 milioni di euro e negli ultimi 12 mesi il flusso è stato pari a 143,06 milioni, di cui 57,63 nel primo semestre 2023.
Il valore medio del target di raccolta per i progetti non immobiliari negli ultimi 6 mesi è 180.126 euro, per quelli immobiliari è 1.776.630 euro. Mediamente per i progetti non immobiliari viene offerto in cambio il 5,91% del capitale e si conferma la prassi di offrire titoli senza diritto di voto sotto una certa soglia di investimento (e votanti sopra la soglia): nelle campagne immobiliari prevale l’offerta di quote non votanti.
Fra le emittenti, le PMI continuano a guadagnare spazio, ma il mercato è ancora dominato dalle startup innovative (50% dei casi nell’ultimo anno, cui si aggiunge il 13% delle PMI innovative). La grande maggioranza, come da anni a questa parte, opera in Lombardia (475 imprese, 41,2% del totale), poi Emilia Romagna (115, 10,3%) e Lazio (102, 9,2%), ed è attiva nel settore dei servizi di informazione e comunicazione. Nel Mezzogiorno è sempre in testa la Campania (36, 3,2%) mentre se si considerano solo le new entry degli ultimi 12 mesi al terzo posto dopo Lombardia ed Emilia Romagna troviamo il Veneto.
La piattaforma che ha finalizzato e raccolto più capitale è ancora Mamacrowd (130,65 milioni di euro effettivi al 30 giugno 2023, 45,87 milioni nell’ultimo anno), seguita da Walliance (105,04 milioni, di cui 36,61 negli ultimi 12 mesi). Quella che ha pubblicato più campagne invece è CrowdFundMe, 227.
L’importo medio investito dai sottoscrittori mostra negli ultimi mesi un andamento tendenziale in crescita rispetto il passato ma peggiora il gender gap tra gli investitori, che solo nel 14% dei casi sono donne.
Dopo la campagna di raccolta, alcune aziende riescono a crescere in termini di fatturato e marginalità, ma altre rimangono al palo. Poche diventano profittevoli nell’immediato e solo una piccola minoranza riesce a superare i target rispetto ai ricavi previsti nel business plan iniziale.
Negli ultimi 12 mesi si sono registrate nuove exit, attraverso rimborsi di capitale, quotazioni in Borsa o acquisizioni, ma anche nuovi write-off, oltre a diversi round successivi di raccolta. Su questa base, all’1 luglio 2023 l’Italian Equity Crowdfunding Index ideato dall’Osservatorio Crowdinvesting ha calcolato un apprezzamento medio complessivo teorico del valore di portafoglio investito pari a +15,25% (+77,5% nella versione non-diluita).
Il lending crowdfunding
Per quanto riguarda il lending, al 30 giugno 2023 risultavano attive in Italia 4 piattaforme destinate a finanziare persone fisiche (consumer, 2 in meno rispetto allo scorso anno), 10 dedicate alle imprese (business, nessuna new entry) e 17 specializzate nel real estate, cioè 31 in totale.
La raccolta negli ultimi 12 mesi è stata pari a 24,76 milioni di euro per le piattaforme consumer, con un totale cumulato nel tempo di 213,58 milioni: con l’uscita di scena di Smartika e l’acquisizione di Soisy, il podio è stato conquistato da Prestiamoci, con una raccolta annuale di 24 milioni di euro.
Le piattaforme generaliste nel comparto business aggiungono all’attivo 39,36 milioni di euro, raggiungendo un cumulato di 69,38 milioni. Leader di mercato negli ultimi 12 mesi sono Re-Lender, Ener2Crowd ed Evenfi. Il tasso di interesse medio annuale offerto è salito nel primo semestre 2023 all’8,56% contro il 7,71 del 2022.
Le piattaforme immobiliari registrano una raccolta annuale di 115,79 milioni di euro, salendo a 267,6 milioni: la prima è Recrowd (57,3 milioni nell’ultimo anno, 86,7 in totale), poi Rendimento Etico (20,5, 75,3 in tutto).
Il real estate crowdfunding
Come previsto dall’Osservatorio, l’industria del real estate crowdfunding ha continuato ad essere particolarmente vivace in Italia. Tipicamente si tratta di progetti di breve-medio termine che mirano alla riqualificazione, o alla realizzazione ex novo, di proprietà immobiliari, con successiva cessione.
Il crowdfunding ha un importante ruolo di boost nel finanziamento iniziale grazie alla rapidità di raccolta e all’assenza di garanzie reali.
I progetti finanziati nell’ultimo anno in questo comparto hanno raccolto ben 178,67 milioni di euro, circa il 40% in più rispetto al periodo precedente. Il rendimento medio annuale offerto è salito nel primo semestre 2023 al 13,72% per le offerte equity ed è invece leggermente calato (9,69%) per quelle lending.
La tavola rotonda degli operatori
A conclusione dell’evento, il nostro AD Fabio Allegreni ha moderato un panel di operatori del settore che ha visto la partecipazione di Giacomo Bertoldi (Walliance), Gianluca De Simone (Recrowd), Leonardo Frigiolini (Fundera), Lucijana Lozancic (Rendimento Etico), Paolo Alberico Laddomada (Talents Venture), Roberto Macina (Profit Farm), Danilo Maiocchi (Innexta), Benedetto Pirro (Crowdfundme), Fabio Polidori (Conformis in Finance), Edoardo Reggiani (Backtowork), Angelo Rindone (Crowdcore).