E-Car Club, una startup britannica che aveva raccolto nel 2013, £100.000 su Crowdcube, ha ceduto le sue quote di maggioranza a Europcar, leader dell’autonoleggio
E-Car Club, lanciata nel 2011, è una startup inglese che opera nel settore del car sharing elettrico. Con sede a Londra, la società attualmente opera in tutta Londra, oltre che in diverse regioni inglesi.
La società aveva raccolto £100.000 nel 2013 con una campagna di equity crowdfunding su Crowdcube e, successivamente, era stata finanziata da Ignite Social Enterprise, un fondo focalizzato sull’energia. EuropCar Lab, la business unit del gruppo EuropCar dedicata all’innovazione, ha acquisito una partecipazione di maggioranza nella società. I dati dell’operazione tuttavia non sono stati resi noti.
Crowdcube sostiene si tratti di una “pietra miliare” significativa nella breve storia dell’equity crowdfunding, in quanto è la prima volta che una società finanziata dal “crowd” remunera i propri investitori con una vera e propria exit. I 63 utenti di Crowdcube, infatti, che hanno investito in E-Car Club riceveranno un ritorno multiplo del loro investimento.
Ecco alcuni indicatori relativi alla campagna di crowdfunding del 2013:
- 63 investitori
- Singolo maggiore investimento £15.000
- Investimento medio £1.500
- Nel loro insieme i 63 investitori hanno fatto altri 894 investimenti su Crowdcube
- Il portfolio medio è di 12 investimenti
- Il portfolio più ampio è 237 investimenti
Investire in aziende nella loro fase iniziale è rischioso, ma può anche essere molto redditizio se si diversifica con giudizio. E-Car Club, i cui investitori includono imprenditori, investitori seriali, alti dirigenti di banca e investitori retail, è un grande esempio di come la comunità degli investitori su Crowdcube è sofisticata e capisce l’importanza della diversificazione avendo fatto una media di 12 investimenti ciascuno.
In un mercato come quello inglese, in cui l’equity crowdfunding sta diventando una forma usuale di investimento, il profilo degli investitori è ormai molto variegato: sempre più persone “normali” investono a fianco di venture capital di fama mondiale, business angel acclamati, istituzioni e anche il governo del Regno Unito.
