Profit Farm, piattaforma di lending crowdfunding dedicata ai crediti esigibili e non ancora riscossi, in 1 anno di vita ha lanciato 12 operazioni erogando 1,1 milioni
Profit Farm è la prima piattaforma di lending crowdfunding dedicata ai crediti esigibili e non ancora riscossi, vantati nei confronti della Pubblica Amministrazione centrale o enti parimenti solvibili.
La piattaforma, online da un anno, ha già pubblicato 11 operazioni per un valore complessivo di 1.2 milioni di euro, arrivando a rimborsare tre operazioni, cui la terzo con 5 mesi di anticipo, restituendo ai prestatori un totale di oltre 100 mila euro con un interesse lordo medio del 5%.
La dodicesima operazione in ordine di tempo presentata sulla piattaforma è relativa a un credito fiscale del valore di 210.000 euro, ed è stata aperta alle sottoscrizioni lo scorso 10 marzo offrendo ritorno sull’investimento pari all’8% su base annua.
Profit Farm è nata con l’obiettivo di offrire rendimenti fino all’8% annuo e rendere accessibile anche a privati il mercato dei crediti non riscossi, da sempre riservato agli investitori istituzionali. Un’interessante opportunità, quindi, anche per i piccoli risparmiatori (si può investire a partire da 500 euro).
La normativa in tema di ritardati pagamenti (D.Lgs. 231/2002 poi modificato dal D.Lgs 192/2012) – in attuazione di una direttiva comunitaria (direttiva 2000/35/CE poi sostituita e rafforzata dalla direttiva 2011/7/UE) – impone a tutti i debitori, ivi inclusa la P.A., di corrispondere, oltre all’importo dovuto in linea capitale, anche gli interessi moratori legali al tasso BCE (oggi pari a 0) oltre ad uno spread di 8 punti percentuali. Il rendimento al prestatore può quindi oggi arrivare fino all’8%.
“Siamo arrivati alla dodicesima campagna in pochi mesi dal nostro ingresso sul mercato. Le ultime due raccolte si sono concluse in meno di 24 ore a conferma che rappresentiamo un’opportunità interessante di investimento” ha sottolineato Cristiano Augusto Tofani, Presidente e Co-Fondatore di Profit Farm. “Inoltre, la celerità con la quale Profit Farm opera e le diverse possibilità offerte a risparmiatori con differenti capacità di finanziamento, rendono il nostro modello estremamente efficace anche per chi fatica a trovare un’offerta in grado di garantire una remunerazione interessante con un profilo di rischio simile a quello dei titoli di Stato”.
Chi è Profit Farm
Profit Farm è controllata da un gruppo stabile di soci operativi: Risolve RE Npl srl, società attiva nel settore degli Npl; Cristiano Augusto Tofani, fondatore e Presidente; Valentina Barbadoro, socia quasi totalitario di Risolve RE NPL srl; Roberto Macina, da sempre attivo nell’ecosistema startup italiano; Mario Costanzo, co-fondatore di WDA srl e chief legal officer; Francesco Sibilla, partner dello studio legale SAPG Legal, esperto, tra le altre cose, di diritto societario, startup innovative e legal-tech; Giovanni Alessi, anch’egli partner di SAPG Legal, esperto di organizzazione dei patrimoni, advisor di family office e socio de Il Trust in Italia. Il restante 6% è in mano a soci finanziatori, senza ruoli attivi nella società.
Lo scorso novembre è entrato nel capitale di Profit Farm anche Carmine Saladino, fondatore del system integrator italiano Maticmind, partecipato da Fondo Italiano Consolidamento e Crescita – FICC, gestito da Fondo Italiano d’Investimento sgr.
Profit Farm offre a risparmiatori (“Lenders”) la possibilità di “prestare” capitali destinati all’acquisto di crediti esigibili e di fatto “blindati” (perché, ad esempio, assistiti da una sentenza definitiva o altro titolo sostanzialmente equipollente) vantati da società ed enti nei confronti della Pubblica Amministrazione, centrale o locale, o altri soggetti privati ugualmente solvibili.
L’impiego del capitale per queste operazioni ha un profilo di rischio bassissimo a fronte di una rendita maggiore rispetto a quella attesa per operazioni più rischiose. Le posizioni di credito vengono infatti selezionate da Profit Farm all’esito di una approfondita due diligence anche sul cedente.
Vengono valutate esclusivamente le posizioni che lo Stato, o il privato solvibile, è tenuto a saldare a breve termine (generalmente da 6 a 24 mesi), essendosi già chiuso il relativo iter giudiziario con una sentenza inoppugnabile, o altro titolo definitivo equipollente, a favore del creditore. Un iter che prevede che al creditore debba essere versato non solo il capitale, ma anche l’interesse moratorio legale dell’8% annuo. In questo modo, i tipici rischi di solvibilità connessi alla gestione dei crediti “scaduti” sono sotto controllo.