Al convegno di presentazione, gli addetti ai lavori hanno parlato del nuovo regolamento UE e Backtowork ha annunciato lo sbarco in Francia e Spagna, mentre Rendimento Etico in Croazia
Prosegue la crescita in Italia del crowdfunding: ieri l’Osservatorio sul Crowdinvesting del Politecnico di Milano ha stimato nel suo sesto rapporto sul settore che negli ultimi 12 mesi la raccolta del settore è cresciuta del 172%, attestandosi a quota 503 milioni di euro. La raccolta complessiva dal 2014 è salita a 953,4 milioni di euro, sfiorando il miliardo, con il 76,3% delle campagne andate a buon fine.
51 portali autorizzati da Consob hanno generato un flusso di 127,6 milioni di euro da collocamenti di equity e 22,3 milioni da quelli di minibond, che sono partiti solo da fine 2019 (si consideri che in totale la raccolta è 25 milioni). I 28 portali di social lending che veicolano prestiti dai privati a persone fisiche o giuridiche (6 consumer e 22 business) hanno contribuito con 43,2 milioni di euro prestati a individui e 310,6 milioni a imprese. L’industria del real estate crowdfunding è stata particolarmente vivace e se un anno fa si contavano 11 piattaforme dedicate attive (nel 2018 erano appena 2) oggi sono salite a 18.
I progetti finanziati nell’ultimo anno hanno raccolto 85,2 milioni di euro (+75%): 34,3 milioni dalle piattaforme equity e 50,9 milioni dai portali lending.
L’equity crowdfunding
Al 30 giugno 2021 risultavano autorizzati da Consob 51 portali per la raccolta di capitali online, 9 in più dell’anno scorso, anche se un buon numero non si è ancora attivato. Le campagne di raccolta di capitale di rischio sono state finora 831, organizzate da 742 imprese, alcune con più round. Il tasso di successo continua a mantenersi elevato: nei primi 6 mesi del 2021 è stato superiore al 90%, ben più della media generale dell’intero campione dal 2014, pari al 76,3%.
Il valore medio del target di raccolta per i progetti non immobiliari è circa 90 mila euro, per quelli immobiliari è 912 mila euro. Mediamente per i progetti non immobiliari viene offerto in cambio il 9,23% del capitale (valore mediano 5,41%); si rafforza la prassi di offrire titoli senza diritto di voto sotto una certa soglia di investimento (e votanti sopra la soglia).
Fra le emittenti, le PMI guadagnano lentamente spazio, ma il mercato è ancora dominato dalle startup innovative (57% dei casi nell’ultimo anno, cui si aggiunge il 14% delle pmi innovative). La grande maggioranza, come da anni a questa parte, opera in Lombardia, poi Lazio ed Emilia Romagna, ed è attiva nel settore dei servizi di informazione e comunicazione. La valutazione pre-money mediana si aggira intorno a 2 milioni di euro.
La piattaforma che fino ad ora ha finalizzato e raccolto più capitale è ancora Mamacrowd (51,3 milioni di euro effettivi al 30 giugno 2021), seguita da Crowdfundme (48,4 milioni e il maggior numero di campagne pubblicate in assoluto, 156) e Walliance (43,5 milioni). Se però si considera solo l’ultimo anno, in cima al podio c’è Opstart, con 29,8 milioni di euro. In media ogni campagna riceve il sostegno di 99,5 investitori. L’importo medio investito dai sottoscrittori è di 3.641 euro per le persone fisiche e 30.202 per le persone giuridiche e mostra un andamento tendenziale in crescita rispetto al passato. Gli investitori continuano ad essere soprattutto maschi, con età media intorno ai 45 anni.
Dopo la campagna di raccolta, alcune aziende riescono a crescere in termini di fatturato e marginalità, ma altre rimangono al palo. Poche diventano profittevoli nell’immediato, si contano sulle dita di una mano quelle che riescono a superare i target previsti nel business plan iniziale. Un’altra novità registrata è l’avvio delle prime bacheche elettroniche per la compravendita di quote sottoscritte sul mercato secondario. Finora le tre piattaforme autorizzate hanno pubblicato 981 annunci, pochissimi dei quali però sono stati probabilmente finalizzati. Negli ultimi 12 mesi si sono registrate nuove exit, attraverso rimborsi di capitale o acquisizioni, ma anche nuovi write-off, oltre a diversi round successivi di raccolta.
Il lending crowdfunding
Al 30 giugno 2021 risultavano attive in Italia sempre 6 piattaforme destinate a finanziare persone fisiche (consumer) e ben 22 – il doppio dell’anno scorso – dedicate alle imprese (business), di cui 14 specializzate nel real estate (erano 6). Alcune piattaforme prevedono fondi di protezione per ripagare eventuali prestiti in sofferenza, altre fanno leva sulla garanzia pubblica del Fondo statale per le Pmi.
Nel prestito ai privati, a parte Younited Credit, che però non raccoglie dai piccoli risparmiatori di Internet, con 491,9 milioni di euro erogati di cui 164,7 solo negli ultimi 12 mesi – quella che ha concesso maggiori finanziamenti nell’ultimo anno è Soisy, con 22,7 milioni.
Nel prestito alle imprese, dopo Credimi Futuro (altra piattaforma che non fa raccolta retail), quest’anno emerge Borsa del Credito, con 166,8 milioni.
Il nuovo regolamento europeo sul crowdfunding
Il prossimo 10 novembre entrerà in vigore il nuovo regolamento Ue 2020/1503 del Parlamento europeo sulle piattaforme di equity crowdfunding e di lending per le imprese. Sul tema si sono confrontati gli operatori e gli attori coinvolti ieri alla conferenza di presentazione dei dati dell’Osservatorio sul Crowdinvesting del Politecnico di Milano. Emma Iannaccone, funzionaria di Consob, ha ricordato che l’Esma ha chiesto alla Commissione europea un rinvio dell’entrata in vigore del nuovo regolamento sul crowdfunding (qui il testo della lettera) a causa del limitato tempo messo a disposizione dal regolamento per l’introduzione degli standard tecnici dallo stesso richiesti. Diego Valiante, senior officer e team leader della Commissione europea, ha anticipato che quest’ultima a breve pubblicherà la risposta a Esma, in cui si dice contraria allo spostamento dell’applicazione del regolamento in quanto il testo è già applicabile; il rinvio dell’entrata in vigore sposterebbe anche l’applicazione del periodo di transizione di 12 mesi per le piattaforme esistenti e richiederebbe inoltre un nuovo testo legislativo. Valiante ha ricordato poi che la piena efficacia del regolamento sarà nel novembre 2022, in virtù delle disposizioni transitorie già previste.
Il senior officer e team leader della Commissione europea ha anche sottolineato che la Commissione europea ha lavorato per quasi 2 anni al nuovo regolamento europeo sul crowdfunding. “Quest’ultimo porta delle innovazioni interessanti: l’autorizzazione singola per servizi di investimento e di credito da parte dei portali; un approccio meno paternalistico verso l’investitore e un mantenimento della semplicità, in modo da non ostacolare il settore”. Valiante si è detto altresì positivamente sorpreso dalla crescita dell’emissione di minibond sui portali di crowdfunding in Italia, che può essere un esempio per gli altri paesi europei.
Iannaccone ha però ricordato che: “Per dare piena attuazione al pacchetto sul crowdfunding bisognerà definire gli aspetti del regolamento lasciati agli Stati membri, a partire dall’autorità che rilascia le autorizzazioni ai portali di crowdfunding. Sono da definire a livello nazionale anche disposizioni legislative in tema di marketing e definizione di ambito di responsabilità tra offerente e gestore della piattaforma sul Kiss, la scheda informativa per gli investitori. Gli operatori italiani del settore dovranno innalzare la qualità dei servizi offerti e quindi dovranno riflettere su come riuscirci, alla luce della maggiore competizione nel settore che porterà il nuovo regolamento europeo”. Nonostante la crescita esponenziale, il mercato italiano del crowdfunding ha ancora dimensioni limitate rispetto agli altri mercato europei. A oggi sono iscritti 50 gestori di portali di equity crowdfunding, di cui maggior parte fatica a raggiungere il break even.
Per Umberto Piattelli, partner e responsabile dei Financial Services Italia di Osborne Clarke, “il nuovo regolamento dà piena dignità al crowdfunding, crea un mercato finanziario comunitario, in ossequio alla CMU (Capital Markets Union) e allarga gli orizzonti del mercato del crowdfunding, per cui prevedo una concentrazione delle piattaforme che le porterà a diventare più efficienti e redditizie”. La pensa allo stesso modo Iannaccone, per cui “il regolamento europeo sul settore ha numerose ricadute positive per gli investitori e operatori italiani ed europei perché aumenta la diversificazione del portafoglio, ma richiederà un ripensamento del business ai gestori nazionali, in un’ottica di maggiore efficienza”. Piattelli tuttavia si è detto preoccupato dai tempi di attuazione, dato che non è ancora stata definita un’autorità di riferimento ufficiale, per cui gli operatori non sanno a chi esporre i loro dubbi sul regolamento europeo, in particolare quelli del lending crowdfunding.
E’ entrato nel dettaglio del tema Angelo Rindone di Crowdcore, secondo il quale la nuova normativa e un mercato europeo del crowdfunding sono una buona notizia, soprattutto per chi lavora nel lending, che ha operato finora senza una normativa di riferimento. Rindone ha spiegato: “I due principi alla base della normativa sono: instillare maggiore fiducia nelle piattaforme e nel crowdinvesting e il sostegno all’economia reale tramite le piattaforme di crowdfunding”. Rindone ha poi anticipato i risultati di una ricerca condotta dalla stessa Crowdcore con il Politecnico di Milano, che prevede a valle della normativa un consolidamento del mercato tramute acquisizioni, l’arrivo di nuovi operatori più strutturati e istituzionali nel settore, soprattutto in Italia, dove gli operatori sono ancora medio-piccoli, la nascita di piattaforme ibride (che trattano sia lending sia equity crowdfunding). Pertanto, saranno favoriti soggetti strutturati e intenzionati a operare in un mercato paneuropeo. Lo studio ha stimato un costo di 20-60 mila euro a carico delle piattaforme esistenti per l’adeguamento alla normativa . Il primo impatto della regolamentazione sarà sulla UX (l’esperienza delle persone in fase di accesso alle piattaforme di crowdfunding), che sarà meno semplice, per cui le piattaforme dovranno trovare il modo di non disincentivare gli investitori a iscriversi. “Per le piattaforme aumenteranno i costi a causa dei più impegnativi requisiti tecnologici e dei processi di due diligence più complessa, oltre che per la creazione di versioni delle piattaforme in diverse lingue europee. Le piattaforme dovranno aumentare i volumi su diversi mercati per essere competitive. Inoltre si allungheranno i tempi di ingresso sul mercato delle piattaforme, per i maggiori requisiti autorizzativi”, ha evidenziato Rindone.
Giancarlo Giudici, direttore scientifico dell’Osservatorio sul Crowdinvesting, ha concluso: “Il mercato italiano del crowdinvesting continua a crescere in tutte le sue forme e declinazioni. L’introduzione del nuovo regolamento europeo ECSP sarà l’occasione per le piattaforme italiane di fare un salto di qualità ulteriore verso standard di trasparenza, professionalità e tutela dei risparmiatori”.
Il panel degli operatori
Nel corso del panel che ha concluso l’evento, moderato da Fabio Allegreni, Ceo di Edibeez (la società editrice di Crowdfunding Buzz), a proposito di opportunità offerte dal nuovo regolamento europeo, Alberto Bassi, Ceo e fondatore della piattaforma di equity crowdfunding Backtowork, ha dichiarato che la società sta pianificando lo sbarco in Francia e in Spagna, che avverrà tramite l’acquisizione di portali già operanti nei rispettivi Paesi. L’operazione sarà plausibilmente sostenuta da Banca Intesa, socio di minoranza della piattaforma grazie alla regia Innovation Center, il “braccio armato” di Banca Intesa dedicato al sostegno di startup e scaleup. E proprio Luca Pagetti di Innovation Center, nel suo intervento, ha rimarcato come lo sviluppo internazionale del settore del crowdinvesting possa costituire un’opportunità per la banca, anche indirettamente, oltre che direttamente. D’altra parte, come sottolineato da Goffredo Amodio, managing director di Accenture, la commistione tra istituzioni finanziarie tradizionali e fintech in Europa è già una realtà consolidata, con il 90% delle istituzioni che ha già a vario titolo hanno promosso direttamente iniziative fintech autonome o hanno concluso partnership con società fintech. Le quali, d’altro canto, ne hanno vitale necessità, per poter scalare in maniera economicamente e finanziariamente sostenibile.
L’interesse all’espansione europea è stato confermato anche da Chiara Agostini di Walliance, che ha già ottenuto l’autorizzazione dell’authority francese e ha lanciato la prima campagna di equity crowdfunding cross border di successo. Altri due ospiti del panel hanno confermato che la raccolta cross-border rientra nei piani delle rispettive piattaforme. Leonardo Frigiolini, la cui società Frigiolini & Partners Merchant gestisce Fundera, leader nel collocamento dei mini-bond, ritiene che l’opportunità di un mercato aperto agli investitori europeo sia significativo per i minibond emessi da PMI italiane, che diventano particolarmente appetibili grazie alle garanzie che li sottendono (MCC, Confidi, BEI). Mentre Andrea Gilardoni, fondatore della piattaforma di lending immobiliare Rendimento Etico ha annunciato che la società sta già lavorando in Croazia per l’apertura in tale mercato, per poi ampliarsi nel resto dell’Europa.
L’approccio all’internazionalizzazione, peraltro, non può prescindere da un salto in avanti culturale anche da parte di chi presenta i progetti. In particolare, come ha rimarcato Maurizio Scagliotti di Trusters, per i progetti immobiliari la miglior “garanzia” per gli investitori è la cura della pianificazione e del project management, processi in cui anche le piattaforme possono essere di supporto. Anche l’innovazione è un elemento che consente di ottenere vantaggi competitivi come, per esempio, la possibilità per le società che raccolgono in equity crowdfunding di accedere a un “prestito ponte” raccolto attraverso un campagna di lending crowdfunding, esperienza testimoniata da Anna Raschi di Opstart che ha recentemente lanciato l’iniziativa “Crowd Bridge”.
Tuttavia, Alessandro Lerro, presidente di AIEC (Associazione Italiana Equity Crowdfunding) ha rilevato che il regolamento europeo presenta ancora diverse criticità. Oltre a quelle relative all’aumento dei costi per le piattaforme, come già sottolineato da Angelo Rindone nel suo intervento, emergono altri punti critici rilevanti, tra i quali: l’obbligo di tradurre il sito nella lingua di ciascun Paese la piattaforma voglia approcciare, la situazione non definita per le piattaforme italiane di lending che non si sa ancora se potranno usufruire di un “grace period” come quelle di equity, l’onere per le piattaforme di sostenere le verifiche antiricicalggio sugli investitori per le quali non sono state ancora definite le modalità operative.
Infine, Danilo Maiocchi, direttore generale del consorzio camerale Innexta, ha allargato ulteriormente le prospettive di espansione internazionale del Crowdinvesting, annunciando un tavolo di lavoro promosso da una conferenza ONU per la finanza d’impresa nel Mediterraneo, da Innexta, dalle camere di commercio e dall’Università di Salerno, per monitorare la raccolta con equity crowdfunding di tutti i Paesi che si affacciano sul bacino mediterraneo, predisponendo così il primo mattone per costruire una futura più stretta armonizzazione sia operativa che, eventualmente, regolamentare.