I risultati del 3° Report italiano sul Crowdinvesting del Politecnico di Milano: equity crowdfunding a 33,3 milioni complessivi, lending crowdfunding a 216,9 milioni
Ieri a Milano è stato presentato il terzo Report italiano sul Crowdinvesting, realizzato dall’Osservatorio Crowdinvesting della School of Management del Politecnico di Milano, che analizza l’impatto delle nuove forme di raccolta di capitale sulle singole imprese e sul sistema economico. L’Osservatorio monitora la parte di crowdfunding che attraverso internet permette a singole persone fisiche (ma anche investitori istituzionali e professionali) di investire in un progetto imprenditoriale, sottoscrivendo quote del capitale di rischio o concedendo un prestito.
Lo studio dimostra come gli ultimi 12 mesi siano stati di grande crescita per il crowdinvesting, quella ‘parte’ di crowdfunding che grazie a piattaforme internet permette di investire sottoscrivendo quote del capitale di rischio in piccole e medie imprese o concedendo un prestito a persone o imprese. Una crescita significativa per quantità, con il volume complessivo di raccolta che oggi supera 249 milioni di euro (153 milioni solo nell’ultimo anno) e nei primi mesi del 2018 è stato superiore a tutto il 2017, ma anche per qualità, grazie a tecniche di investimento sempre più sofisticate e alla progressiva specializzazione degli operatori in ambiti ben determinati.
L’equity crowdfunding, al 30 giugno 2018, ha raggiunto complessivamente un valore di 33,3 milioni di euro, con una raccolta di 20,9 milioni di euro solo nell’ultimo anno, oltre il triplo rispetto a quello scorso. Al 30 giugno 2018 sono 27 in Italia i portali autorizzati di equity crowdfunding (anche se un buon numero non è ancora operativo), che da gennaio 2018 vede l’importante novità dell’apertura del mercato a tutte le PMI, non solo le startup e PMI innovative. L’Osservatorio ha censito 231 campagne di raccolta, di cui 122 negli ultimi 12 mesi, organizzate da 214 imprese con un tasso di successo in miglioramento pari al 67%.
In media ogni campagna riceve il sostegno di 65,9 investitori. L’investitore tipico è maschio, vive in Lombardia e ha da 36 a 49 anni. Spesso è un ‘affezionato’, che ha scelto di investire in più operazioni. L’Osservatorio ha censito 5.685 sottoscrizioni (nel 35% dei casi inferiori a 499 euro, nel 51% comprese fra 500 e 5.000 euro) effettuate da 3.250 persone fisiche e 279 persone giuridiche. È ancora scarsa la partecipazione di investitori istituzionali di emanazione bancaria, incubatori certificati e fondazioni. Finora, nessuna delle società finanziate ha realizzato una exit, né ci sono stati default e write-off.
Il Lending crowdfunding (il prestito con modalità di rimborso e remunerazione del capitale attraverso un tasso di interesse) ha raccolto 216,9 milioni di euro complessivi, di cui 132,3 milioni solo nell’ultimo anno, più del doppio di quello passato. Al 30 giugno 2018, nel lending crowdfunding (che dalla Legge di Bilancio 2018 prevede l’assoggettamento dei proventi per investitori persone fisiche al regime dell’aliquota sostitutiva del 26%, come tutti i redditi da capitale) risultano attive in Italia 6 piattaforme destinate a finanziare persone fisiche e 5 destinate a finanziare imprese, di cui una specializzata nel real estate. Un caso a parte è Terzo Valore, piattaforma che eroga prestiti a progetti no-profit.
La piattaforma che ha generato più prestiti nell’ultimo anno è Younited Credit (consumer), con 77,2 milioni di euro (in totale 112,9 milioni di euro), seguita dalle piattaforme business BorsadelCredito.it (24,2 milioni di euro, con un totale di 37,7 milioni di euro) e Lendix (17,5 milioni raccolti dalle imprese italiane, totale 19,6 milioni). Quasi tutte le piattaforme prevedono un fondo di garanzia in caso di insolvenze.
Il Real Estate crowdfunding, la raccolta su Internet di fondi per finanziare progetti di natura immobiliare, è partito in Italia solo nel 2017, ed è dunque ancora agli inizi con 2,6 milioni di euro di progetti equity e 3 milioni di prestiti, ma la prospettiva è estremamente incoraggiante. La raccolta, infatti, partita solo nel 2017, è in notevole crescita. Al momento sono due i player attivi, Walliance (equity) e Housers (lending), ma sono in arrivo nuovi competitor. I progetti finanziati con equity fino al 30/6/2018 sono stati 3 e hanno raccolto nel complesso 2,6 milioni, quelli finanziati attraverso prestiti 12, per un totale di poco inferiore a 3 milioni. Nel mondo l’Osservatorio ha censito 100 piattaforme attive: il mercato di gran lunga più importante è quello americano, dove sono stati raccolti 5,8 miliardi di euro, mentre l’Europa è ‘ferma’ a 2,1 miliardi di euro.
“Il crowdinvesting oggi rappresenta un’opportunità interessante per le imprese italiane che intendono finanziare le proprie attività. – afferma Giancarlo Giudici, Direttore scientifico dell’Osservatorio Crowdinvesting – I dati mostrano un mercato in forte crescita, dovuta a politiche favorevoli, come l’estensione dell’equity crowdfunding a tutte le PMI e l’applicazione della ritenuta sostitutiva del 26% ai proventi per il lending crowdfunding, all’apertura del crowdinvesting a nuove aree di business, come quella del real estate, e in generale alla progressiva maturazione del mercato, che oggi vede i portali più dinamici dotati di una massa critica di investitori in grado di portare a successo in poche ore i progetti più ‘virali’. Soprattutto nel lending, si sta rivelando cruciale il coinvolgimento di investitori istituzionali accanto alla ‘folla’ che dà la spinta per moltiplicare i volumi”.
Nonostante questa accelerazione, in ambito europeo l’Italia rimane ancora indietro rispetto ai volumi di Francia e Germania e soprattutto del Regno Unito, dove solo nel 2016 il crowdinvesting ha raccolto quasi 4 miliardi di sterline.