Le campagne di reward crowdfunding possono avere un impatto fiscale che spesso non viene considerato. L’opinione di Alessandro Lerro.
Le campagne di crowdfunding, in tutte le diverse declinazioni, hanno dimostrato di poter raggiungere grandi risultati, anche in relazione a tante iniziative italiane. Su questa scorta, molti stanno prendendo coscienza dei vantaggi e delle potenzialità, ma concentrandosi, soprattutto, sugli aspetti che riguardano l’impostazione strategica e la comunicazione.
Un aspetto è invece ancora poco considerato, aspetto che può avere un impatto sostanziale: quali sono le implicazioni fiscali in una campagna di crowdfunding?
Tralasciamo i progetti equity e lending-based che essendo basati su opportunità di investimento, hanno una loro specifica disciplina fiscale, la quale, di per sé, limita fortemente possibili violazioni.
E’ utile invece esaminare le conseguenze di tipo fiscale degli altri e più diffusi modelli di crowdfunding: quelli basati su donazioni e quelli basati sull’erogazione di ricompense (reward).
Per la nostra rubrica Crowd4Fund su Key4biz, abbiamo interpellato Alessandro Lerro, avvocato, tra i massimi esperti italiani sugli aspetti legali relativi al crowdfunding.
Donazioni
Emerge che le donazioni, essendo un puro atto di liberalità di matrice sociale, in genere a fronte di progettualità non imprenditoriale, non sono tendenzialmente imponibili, anche se è utile verificare caso per caso.
Diverso è se nella campagna sono previste ricompense.
Laddove la ricompensa abbia un valore del tutto marginale rispetto al denaro versato e si tratti quindi sostanzialmente di un gadget, si rientra nella fattispecie della donazione modale, espressamente prevista dal codice civile. In questo caso la campagna è una donazione e quindi tendenzialmente non imponibile.
Reward
Se invece le ricompense offerte hanno un valore corrispondente al contributo finanziario richiesto, la misura della ricompensa cambia la natura giuridica dell’operazione poiché siamo di fronte ad un pre-ordine di beni o servizi, anche se non fossero ancora esistenti.. In questi casi, il trattamento fiscale è quello ordinariamente previsto per il commercio di beni o servizi.
Ciò significa, tra l’altro, che per ogni bene o servizio inviato ai propri sostenitori, dovrà essere emessa una fattura e dovrà essere versata l’IVA al Fisco.
E’ dunque consigliabile che il titolare di un progetto valuti sempre con un esperto la rilevanza fiscale dell’operazione, per non rischiare spiacevoli sorprese, soprattutto quando venga raggiunto l’obiettivo!