La startup milanese raccoglie 400k nel suo secondo round di equity crowdfunding “regalando” ai suoi precedenti investitori una rivalutazione di 2,4x
Winelivery, il servizio che consente di ordinare via app o sito web e ricevere a casa bevande in meno di 30 minuti ha chiuso in anticipo di 20 giorni la proprio campagna raccogliendo 400 mila euro, obiettivo massimo dell’aumento di capitale.
La startup, che si definisce “enoteca su due ruote”, ha appena terminato la sua seconda raccolta fondi di equity crowdfunding sulla piattaforma CrowdFundMe, con 400.000€ grazie alle sottoscrizioni di ben 232 investitori. Quasi contemporaneamente, mercoledì 17 gennaio, ha esteso il suo servizio a Torino, presso l’Osteria Rabezzana, suo primo partner nel territorio piemontese.
Forte di un primo round all’inizio del 2017, sempre su CrowdFundMe, in cui erano stati raccolti 150.000€, Winelivery ha voluto accelerare la sua espansione, affidandosi nuovamente all’equity crowdfunding per raggiungere capitale da destinare a nuove aperture.
“Siamo estremamente soddisfatti dei risultati di Winelivery – dichiara Tommaso Baldissera Pacchetti, CEO di CrowdFundMe – in meno di un anno hanno raccolto più di mezzo milione di euro da oltre 300 investitori. Winelivery ha dimostrato di saper mettere a frutto i capitali raccolti nella prima campagna, aprendo in nuove città, come Bologna e Torino, oltre a rafforzare il mercato di Milano. Il business è cresciuto e così ha fatto il valore dell’azienda”
Questo secondo round, a soli 6 mesi di distanza dal primo, ha consentito a chi aveva investito nella prima campagna, una rivalutazione delle proprie quote di 2,4 volte: 1,35 milioni la valutazione post-money dell’azienda dopo il primo round, contro i 3,2 milioni di valutazione dell’azienda in questo round.
L’azienda vuole scalare velocemente per consolidare la sua presenza sul territorio nazionale ed essere presente, entro la fine del 2018, in ben sei città italiane “con la speranza di essere pronta per la fine dell’anno a dare uno sguardo anche all’estero”, come auspicano i fondatori Antinori e Magro.